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Lo SPRAR è l’unico sistema di accoglienza da prendere a modello

di Salvatore Casale – l’Unità

Immigrati, profughi, clandestini, rifugiati, stranieri, queste sono le parole maggiormente utilizzate per descrivere il complesso mondo di chi arriva in Italia. I mezzi di comunicazione usano queste parole come semplici sinonimi. Anche una parte del mondo politico tende a racchiudere i migranti in una grande categoria, per semplificare e rendere più commestibile una situazione tutt’altro che semplice e lineare.
Se per i primi è una grave mancanza , per i secondi spesso si trasforma in un vero sistema di “propaganda” che tende a trasformare la nostra percezione del contesto in cui viviamo. La capacità di descrivere la realtà ne determina la nostra percezione e le azioni che mettiamo in atto nei confronti del nostro percepito.
Assistiamo a un incremento costante del flusso migratorio, più per posizione strategica che per volontà di chi decidere di emigrare, il quale spesso pensa all’Italia come territorio di passaggio,fino a quando continueremo a pensare ai flussi migratori come avvenimenti straordinari e non come un processo ormai stabile e concreto non saremo mai in grado di gestirlo in maniera ottimale.
Il sistema di accoglienza Italiano presenta alcuni punti critici che vengono ignorati, sminuiti o addirittura finanziati quando rappresentano soluzioni a breve tempo, utili per lo più a rispondere in maniera maldestra al sentimento di protezione degli italiani.
Esempio concreto è la riapertura dei CIE. Per alcuni il rimpatrio di persone irregolari è l’unica soluzione possibile, questo step è soltanto l’anello debole di un sistema incapace di migliorare l’efficienza dei processi di espulsione e l’efficacia del sistema di accoglienza.
L’unico sistema di accoglienza che bisognerebbe prendere a modello e promuovere è lo SPRAR, in quanto garantisce un livello ottimo di servizi offerti e un monitoraggio economico che fa capo al Viminale. Gli attori politici che hanno richiesto la riapertura dei centri CIE dovrebbero, con la stessa forza, dichiarare la chiusura dei centri cas e cara o meglio la trasformazione di questi in centri SPRAR. Solo con un atto cosi rivoluzionario si potrà iniziare a governare i sistemi di accoglienza, contenendo problemi sociali da esso derivanti, evitando un risentimento nei confronti dello straniero garantendo processi di integrazione degni di questo nome.

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