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FEDERAZIONE PER FEDERAZIONE, IL PD CAMPANO TRA GUERRE FRATRICIDE E GIOCHI DI POTERE

La situazione nel PD campano, è assai delicata e certamente ingarbugliata. Proviamo a fare un po’ di chiarezza, analizzando caso per caso, lo stato di salute delle singole federazioni. A Napoli, a catalizzare la attenzione di iscritti e non, è certamente la situazione legata alle imminenti elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale di Napoli. A tenere banco, la vicenda legata allo svolgimento delle primarie, previste per il prossimo 6 marzo. Chi ha già annunciato la propria candidatura, è Antonio Bassolino, che sabato scorso ha aperto la sua campagna elettorale al teatro Sannazaro a Napoli. Una candidatura certamente importante, ma che cozza con i pensieri della classe dirigente ed il gotha del PD napoletano, restii ad appoggiare l’ex governatore e già sindaco di Napoli. Una situazione certamente non facile per il segretario provinciale, Venanzio Carpentieri, alle prese con malumori interni al partito, con pezzi di apparato che chiedono conto della gestione del PD a Napoli e provincia. Se Atene piange, certamente Sparta non ride. A Caserta, da oltre un mese e mezzo, il Pd provinciale è senza segretario, dopo le dimissioni di Raffaele Vitale. La situazione è ai limiti del paradosso, con il segretario regionale Dem, Assunta Tartaglione, che ha stoppato il presidente del PD della Terra di Lavoro, Enzo Cappello, che chiedeva la convocazione dell’assemblea provinciale. Al momento, sono stati fatti tanti nomi, ma non c’è nulla di concreto. Nemmeno la visita del premier Matteo Renzi alla Reggia, dello scorso sabato, è servita a smuovere le acque. A Salerno, invece, il sindaco Vincenzo Napoli, sembra essere apparentemente tranquillo ed in pole per la ricandidatura a primo cittadino della città. Anche se esistono e persistono malumori interni al partito, con alcuni consiglieri comunali che vorrebbero primarie aperte. Anche ad Avellino, la situazione non è certamente delle migliori. Lo scorso dicembre, il segretario provinciale De Blasio, ha superato la prova delle sfiducia, presentata da una parte del partito. Numeri risicati, che hanno indotto il PD romano a convocare De Blasio per chiedergli di avviare un Congresso Provinciale Straordinario. De Blasio che, vistosi alle strette si è dimesso nella giornata di ieri. Nella vicina Benevento, lo scorso sabato, c’è stato il passaggio di testimone da Erasmo Mortaruolo a Carmine Valentino, ex sindaco di Sant’Agata dei Goti, nell’assemblea provinciale riunitasi in quel di Torrecuso. Anche qui, non sono mancati i distinguo ed i malumori, con i delegati vicini al sindaco di Benevento, Fausto Pepe, ed all’ex consigliere regionale, Giulia Abbate, che hanno preferito non partecipare.

Una autentica polveriera, dunque, sembra essere il PD campano, pronta ad esplodere da un momento all’altro. Lotte intestine, guerre fratricide, giochi di potere per accaparrarsi poltrone e posti di comando. Una situazione, in taluni casi, ai limiti del paradosso.

In tutta questa baraonda, una domande sorge spontanea:” Cosa farà Renzi? Si occuperà in prima persona delle situazione del PD in Campania? Oppure delegherà qualche suo fedelissimo a risolvere la questione?”.

Al momento, nulla è dato sapere. Solo ipotesi, tante chiacchiere e distintivo, ma nulla di veramente concreto.

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