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Ma perché far festa in due, quando si può farla in tre?

Per mesi il Coronavirus ha portato i genitori a una convivenza forzata h24 con i propri figli. Di questi la quasi totalità è stata rappresentata da madri che hanno (avuto) dalla loro parte la possibilità di lavorare da casa e, quindi, essere meno esposte al contagio ma dall’altra, rovescio della medaglia, si sono trovate rinchiuse e sommerse dai propri progetti lavorativi, dalla didattica a distanza e in generale della gestione dei figli nonché dalle faccende domestiche.  Oh, le mamme!  Quegli esseri perfetti che sono le sole al mondo che sanno, del nostro cuore, ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

In fondo pensateci ogni donna, ogni ragazza, (compresa me)  sulla faccia della terra si è chiesta almeno una volta se sarebbe stata una buona madre, e quando arriva il momento giusto per esserlo come lo si percepisce.  Spesso mi sono chiesta quand’è che si capisce davvero quale sia il momento giusto per fare un figlio.
E non intendo quando ci si senta pronti, visto che pronte non lo si è mai.
Ma proprio quale sia il momento della vita di ognuno in cui si percepisce il bisogno di rivoluzionarsi ancora una volta.
Di smuovere gli equilibri, di cambiare macchina, di rinunciare a comprare trucchi per comprare pannolini, di rinunciare ai migliori marchi di abbigliamento perchè vuoi o non vuoi ti ritroverai sempre le magliette sporche di latte.  Credo che ad un tratto arriva un momento in cui manca qualcosa, non saprei spiegare bene a parole la sensazione.
E come se si sentissi la mancanza di qualcuno, come se il tuo corpo stesse cercando uno sguardo che, in quella stanza, ancora non c’è.  Quando ti ritrovi in un posto pieno di persone ma sembra mancare ancora qualcuno, oppure quando staccando un tovagliolo in più per sbaglio mentre apparecchi o semplicemente sistemando le sedie vuote intorno al  tavolo.

Ecco,miei cari lettori credo che in quei momenti capisci di essere pronta e che stai desiderando un scricciolo che possa chiamarti “mamma”.
In fondo, si sa, le scelte giuste si fanno in silenzio e con un po’ di sfrontatezza davanti alla vita: “Vediamo se mi sbaglio!”.
Quindi, adesso vi chiederete qual’è il momento giusto per fare un figlio?
Credo che la risposta sia: “Quando si sente la mancanza di qualcuno che ancora non c’è”.

Poi, nasce una mamma  e ci sono 10 lezioni di corso pre-parto da fare, poi c’è lo yoga, la musico terapia, la nonna che ti cucina spinaci così il bimbo nasce con gli occhi verdi, gli esercizi per il pavimento pelvico la bottegaia che dice “mi raccomando, dormi girata verso ovest”.
83 riviste lette sulle tecniche di massaggio orientale e quell’amica che vive lontano che ti ha già detto di non comprare un peluche a forma di scimmia, perché si sa, le scimmie sono animali chiassosi.
Il nome, mi raccomando il nome, sceglilo bene perché tutti i “Luca” non dormono di notte e le “Susanna” non saranno delle brave cuoche.
La farmacista ti ha consigliato 8 creme, 2 olii essenziali e 1 detergente intimo che per pagarlo hai lasciato l’intera tredicesima, mentre la signora che incontri sempre per strada ha detto di non lavarti i capelli nei giorni di luna piena ed evitare il cioccolato perché, si sà, sono cose che fanno inevitabilmente nascere figli capricciosi.
Quando nasce una mamma nessuno le dice che non è tanto importante dormire sul lato destro o quello sinistro, non è importante decidere di allattare fino ai 35 mesi o scegliere il biberon due ore dopo il parto.
Non è importante se tuo figlio sia nato con il cesareo, in acqua, a carponi, in casa, a testa in giù. Non importa se ti ha lasciato la pancia curva e tre smagliature intorno all’ombelico.
Sai mamma, non è troppo importante nemmeno se cucini tutta notte brodini con le zucchine biologiche di nonno  oppure decidi di comprare solo gli omogenizzati del supermercato perché sfrutterai i vasetti per realizzare i regalini a Natale.
Non è importante se sei riuscita a rientrare nei tuoi vecchi jeans, oppure se non hai mai smesso di usare quelli premaman anche se tuo figlio ha spento, ieri, le prime 3 candeline.

Quando nasce una mamma, non è importante niente di tutto quello che hai letto, che hai sottolineato con cura o che hai impresso nella memoria. L’unica cosa che conta è il tuo sorriso prima di addormentarti, perché solo con una mamma felice crescono bimbi felici.

 

 

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