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Marco Di Lello: «I padroni delle primarie sono i cittadini e non i membri del PD»

L’Onorevole Marco Di Lello, coordinatore nazionale del Psi, 45enne avvocato napoletano è ufficialmente nella rosa dei candidati alle prossime Primarie per l’elezione del candidato di centrosinistra alle elezioni regionali in Campania.

Di Lello, che ha fatto del socialismo riformista un modello di vita, è stato eletto come deputato nelle liste del Pd alle elezioni dello scorso febbraio 2013.

Il candidato socialista è stato ospite della trasmissione radiofonica Dentro i Fatti, condotta da Samuele Ciambriello su Radio Club 91, illustrando i suoi programmi e le priorità che affronterebbe da Presidente della Regione

 

Di Lello, ci sono ancora incertezze sulla data ma, le Primarie si terranno?

«Certo, abbiamo lavorato per mesi su una candidatura unitaria che non sussiste, quindi è stato deciso dalla coalizione di fare le Primarie. Sia ben chiaro però che il “padrone” delle Primarie non è il Pd, ma lo sono i cittadini della Campania. Gli è stato promesso che saranno loro a scegliere il candidato di Centrosinistra alle prossime Regionali e le promesse vanno mantenute.»

 

Marco Di Lello Presidente della Regione Campania. Cosa farebbe nei primi 100 giorni da Governatore?

«Prima di tutto andrebbe rivoltato completamente il trasporto pubblico. In questi anni è stato smantellato quello che di buono era stato fatto. Centinaia di km di strade ferrate realizzate negli anni scorsi, sono attualmente inutilizzate per l’inefficienza di questa amministrazione regionale. Per prima cosa bisogna investire un miliardo di fondi europei per acquistare nuovi treni da utilizzare su varie linee, così da offrire ai pendolari un servizio degno di questo nome. Oltre al trasporto pubblico va rivista l’offerta del sistema sanitario a favore dei cittadini: oggi andare in un ospedale della Campania significa fare i conti con barelle in corsia, lunghe code di attesa e assurdi pagamenti di prestazioni»

 

Qual è la sua opinione sulle ultime vicende che hanno investito il settore culturale in Campania, dalla Fondazione Ravello al Teatro di San Carlo e al Teatro Mercadante?

«Credo sia innegabile che la Campania ha vissuto un momento di eccellenza nella valorizzazione del nostro patrimonio culturale all’inizio di questo secolo: possiamo ritornarci tenendo musei sempre aperti, facendo del San Carlo un’eccellenza mondiale e investendo sui teatri quali Mercadante e Trianon. E’ difficile fare peggio, ma la promessa è fare meglio di quanto è stato fatto nei tempi d’oro… e si può fare.»

 

Ambiente e rischio vulcanico: bisognerebbe ridisegnare un’altra Campania?

«Basti pensare che il 53% della popolazione campana vive sul 9% del territorio che rappresenta l’area metropolitana di Napoli. Se poi consideriamo che in questa parte del territorio ci sono anche due vulcani attivi, ci si rende conto del livello di dilettantismo che non ha permesso di affrontare un tema così delicato come quello del riequilibrio demografico e delle nuove politiche urbanistiche. Vorrei che su questo ci fosse un punto fermo: io sono per il consumo zero, non possiamo più consumare altro territorio e soprattutto dobbiamo, attraverso le infrastrutture, accorciare le distanze migliorando la qualità della vita nelle aree interne.»

 

De Luca, riferendosi a Lei e a Cozzolino in qualità di ex assessori, dice ripetutamente “mi candido non avendo responsabilità passate per alcuni disastri già fatti”, come gli risponde?

«De Luca si deve preoccupare dei problemi della sua città. Io sono orgoglioso dei miei otto anni da assessore ai beni culturali e all’urbanistica e credo che il lavoro tracciato sia ancora lì ben visibile sotto gli occhi di tutti attraverso i riconoscimenti internazionali che la nostra regione ha avuto. Ricordo a De Luca, che quando non ci sono state più le condizioni per concludere quell’esperienza in maniera gloriosa, io mi sono dimesso: bisogna avere il coraggio di mettere un punto quando le condizioni non sono più favorevoli ed io l’ho fatto.»

 

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