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Maria Grazie Di Scala(FI):”Per natura e per professione sono garantista. I giudizi spettano alla magistratura”

Maria Grazia Di Scala, consigliere regionale di Forza Italia, è intervenuta a “Dentro i fatti”, settimanale di approfondimento politico e culturale, in onda ogni lunedì dalle 13 alle 14 sulle frequenze di radio club 91 e condotto da Samuele Ciambriello. Focus sulla seduta del consiglio regionale, svoltasi proprio lunedì e che ha creato non poche polemiche, e sulla questione De Luca.

I consigliere regionali del Movimento Cinque Stelle, con in testa il capogruppo Valeria Ciarambino, hanno occupato fisicamente i banchi dell’ufficio di presidenza – ha esordito Di Scala – , ed hanno impedito alla presidente Rosetta D’Amelio di condurre i lavori. Una situazione non tollerabile. Bene fare opposizione, ma arrivare a compiere atti del genere, no“.

Capitolo De Luca, coinvolto nella vicenda giudiziaria legata alle presunte pressioni esercitate sul giudice Anna Scognamiglio e che vede coinvolto anche il marito del giudice, Guglielmo Manna.

Credo che la vicenda De Luca vada via via sgonfiandosi. Per natura e per professione sono garantista. Da quel poco che ho appreso dai media, ritengo che De Luca sia coinvolto solo marginalmente e che quindi non spetti a noi esprimere giudizi, ma alla magistratura. Apprezzo il fatto che De Luca non abbia parlato e detto nulla, anche se qualche riserva potrebbe esserci a riguardo, perchè avrebbe dovuto immediatamente mostrare di conoscere la vicenda. Lo ha fatto solo con qualche giorno di ritardo e solo all’esito delle dimissioni del suo braccio destro Mastursi, ma sono scelte che spesso e volentieri sono condizionate“.

In chiusura, la Di Scala, ha fatto riferimento ai lavori del consiglio regionale e del governo De Luca.

“Ritengo che l’ambiente del consiglio regionale sia un ambiente aperto al dialogo, anche se sono stati svolti pochi consigli. Da ultimo, forse, si è manifestata la reale natura della maggioranza, lì dove ha lasciato pochissimo margine e pochissimo tempo per effettuare degli emendamenti alle proposte di legge che ci interessavano, vanificando così l’azione democratica che dovrebbe essere propria del consiglio regionale. Mi auguro che non sia un trend che si vada ad instaurare come modo definitivo di programmare i lavori”.

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