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Mattarella: ‘Giornali parte vitale del tessuto democratico’

“La storia – e l’attualità – dei giornali e dell’editoria locale è parte vitale di quel tessuto democratico che ha consentito al nostro Paese di progredire nel benessere e nei diritti”. Lo afferma il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un occasione del 75/o anniversario di fondazione del quotidiano Alto Adige. Come ribadisce il presidente nel saluto, pubblicato oggi dal giornale, “l’essenziale principio di libertà, sancito dall’ articolo 21 della Costituzione, trova necessaria attuazione proprio nella ricchezza che deriva dalle diversità e dalla molteplicità”.

“L’Alto Adige-Sud Tirol, nato per iniziativa di chi aveva combattuto per la Liberazione dal nazifascismo, si è trovato nella sua vita a presidiare un altro fondamento costituzionale: la tutela delle minoranze, solennemente affermata dall’articolo 6. Le vicende di questi decenni non ci hanno risparmiato momenti di difficoltà, ormai lontani, ma possiamo ben dire che l’Italia, nel percorso che prese avvio dall’accordo Degasperi-Gruber, è diventata un modello di integrazione e di convivenza per l’intera Europa”, prosegue Mattarella.

“L’Unione Europea – ribadisce il presidente – ha avuto la significativa ispirazione di definirsi come ‘unione di minoranze’. In questo cammino l’Alto Adige e il Trentino hanno svolto un ruolo positivo, di dialogo, di fattiva costruzione di una comunità moderna e aperta. Ogni giorno sono stati capaci di descrivere e dare voce a forze sociali, civili, economiche, a cittadini che operavano per lo sviluppo e per una sua migliore qualità”, afferma Mattarella.

“L’opportunità di avere un unico centro stampa, di sfruttare al meglio la logistica e di creare un’organizzazione centrale permette di liberare le risorse assolutamente necessarie per garantire anche in futuro un giornalismo locale indipendente che continui a raccontare e vivere insieme alle fedeli lettrici e lettori la storia di questa terra. Come editore e imprenditore sono convinto che la dimensione regionale del giornale abbia un potenziale che in parte è ancora da scoprire”, afferma Ebner.

Come ribadisce il direttore Alberto Faustini, “oggi la convivenza faticosamente conquistata ci pare un diritto quotidiano quasi scontato, ma rileggendo il giornale di oltre cinquant’anni fa e mettendosi nei panni del lettore, possiamo davvero immaginare una situazione ben diversa. Non che oggi prevalgano le buone notizie, ma sul fronte della convivenza abbiamo fatto passi da gigante. Certo il giornale ora si occupa dell’endemico ‘disagio’ degli italiani, di proposte provocatorie legate ancora e sempre, ma non solo, alla toponomastica, talora tendenti ancora a rilanciare l’autodeterminazione. Ma la dinamite sembra sotterrata per sempre”.

 

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