Officina delle idee

Mi presento alle primarie del Pd

Il dispositivo approvato oggi e’ tanto salomonico quanto paradossale. Da un lato si apre a primarie di colazione, dall’altro si chiude a candidati del pd. Almeno e’ quello che sembra. In settimana presentero’ al PD le firme richieste per le primarie di coalizione. Stara’ alla commissione valutare se accettarle, o annullare il regolamento che prevede il deposito “tre settimane prima del voto”. Lo faro’ con ampio anticipo per sgombrare ogni dubbio. Sono certo che la candidatura verra’ accolta, come del resto era il senso di otto interventi su dieci in direzione, finanche di Nicola Caputo e Toti Lange, non certo a me politicamente vicini.

Non posso pensare che il PD tema l’apertura a candidati indipendenti dalle componenti. Qui la questione di non è di sofismi su dettagli regolamentari ma politica. Se il regolamento stabilisce che le firme vanno depositate tre settimane prima della data delle primarie di coalizione, allora è chiaro che una deroga o la cancellazione di una norma “in corsa” è una precisa scelta politica di escludere qualcuno.

Spero non me, perchè la questione, ovviamente, non è personale o peggio nominale, ma sostanziale. Il Partito Democratico parla spesso di abbandonare le correnti, di ricercare unità, di andare oltre i singoli nomi, di aprire alla società civile, e quando questo accade, quando davvero c’è il rischio che corra per le primarie qualcuno che di certo non apparrtiene a fazioni o piccoli potentati, allora serra le fila, chiude le porte, immagina direzioni ad hoc per chiudersi in se stesso.
Il tema quindi non è escludere me, ma tagliare fuori un mondo, è dichiarare che oltre le correnti non c’è spazio, e che se non hai “chi pro quota ti rappresenta” si cercano cavilli – anche irreali – per chiudere le porte. E il tema è nazionale, perchè scegliere nei fatti questa linea finisce col definire una prassi opposta alle indicazioni della segreteria nazionale.

Peggio, gli organi di garanzia finiscono con il diventare braccio armato e meri esecutori dello status quo e del quieto vivere delle candidature considerate “forti”. E questo non solo è inaccettabile sul piano formale, ma sopratutto su quello politico.

Potrebbe piacerti...