Economia e Welfare

MORTE DEL CINQUANTENNE DETENUTO ANIELLO BRUNO DI ANGRI, LA DICHIARAZIONE DEL GARANTE SAMUELE CIAMBRIELLO:”HO ASSISTITO AD UN RIMPALLARSI DI RESPONSABILITA’ CHE OFFENDE LE ISTITUZIONI E CHI LE RAPPRESENTA “

In merito alla morte del Sig. Bruno Aniello, nato ad Angri (Sa) il 31/01/68, ristretto presso l’istituto penitenziario di Salerno dal 19/10/2017, il Garante Campano dei detenuti Samuele Ciambriello ha richiesto, al Dottor. Antonio Maria Pagano, Responsabile U.O.S.D. Tutela Salute Adulti e Minori Area Penale- ASL Salerno, una relazione che riguardasse il detenuto per comprendere i passaggi precedenti al decesso.

Il Garante Samuele Ciambriello ha dichiarato: <<Dopo aver letto la relazione, sinteticamente, è possibile affermare che il detenuto Bruno Aniello nella permanenza alla C.C.di Salerno, ha effettuato diverse visite cliniche e di laboratorio, sia di routine che specialistiche oculistica, cardiologica, dermatologica, infettivologica perché affetto da hcv, come da lui riferito. Effettuati, successivamente gli esami di conferma, lo stesso in data 20/02/2018 rifiutava di continuare l’iter per praticare terapia con DDA (antivirali diretti nella terapia dell’epatite C cronica). In data 27/02/2018 ha rifiutato, altresì di sottoporsi ad RX Torace in AP e LL richiesto in data 20/02/18 in seguito a visita di routine. Il 20 marzo al Sig. Bruno veniva riscontrata e trattata una colica uretrale SX, in data 25/06/18 veniva trattato per colica addominale. In data 30/03/18 è stato inviato d’urgenza a visita presso l’ospedale Rugi di Salerno e poco dopo dimesso con diagnosi di colica renale. Data la situazione, ancora ingestibile, il 31/3/18 il detenuto è stato nuovamente inviato con estrema urgenza presso l’ospedale di Salerno, luogo in cui è avvenuto il decesso. Fin qui la cronistoria.Ritengo che il diritto alla salute e alla cura sia unico per la persona libera come la persona privata della libertà personale. Sono però consapevole che l’intervento in carcere presenta difficoltà operative e gestionali, e richiede una più ampia cooperazione istituzionale tra ASL e amministrazione penitenziaria.In alcuni casi ho assistito ad un rimpallarsi di responsabilità che offende le istituzioni e chi le rappresenta>>.

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