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MOTOGP, IL PILOTA AMERICANO NICKY HAYDEN È MORTO QUESTO POMERIGGIO ALL’OSPEDALE DOVE ERA RICOVERATO

Dopo appena cinque giorni di agonia, purtroppo il campione americano Nicky Hayden non c’è l’ha fatta. È deceduta questo pomeriggio a seguito del doppio danno al torace e celebrale subito dal brutto incidente accaduto lo scorso 17 maggio inseguito ad un impatto con una Peugeot 206 CC. È stato tutto inutile il lavoro dei medici dell’ospedale Bufalini di Cesena. In questi minuti gli stessi stanno iniziando le pratiche di accertamento del decesso. Purtroppo il campione del mondo della MotoGp del 2006 non è riuscito a vincere la gara più importante, non è riuscito a battere la morte e quindi oggi il pilota classe ’81 lascia un fratello, sorella, madre, padre (il quale non è potuto partire dall’America per via delle sue condizione di salute non ottime) e la fidanzata. Ma a piangere la morte del pilota non sono solo i propri famigliari, sui vari social network infatti alla notizia della morte di Hayden, tutti i “colleghi” come il terzo pilota della Ferrari Antonio Giovinazzi, l’ex pilota Max Biaggi, giornalisti come Gianluca Di Marzio, Pierluigi Pardo e Raffaele Auriemma, squadre di calcio come la Lazio e Roma e tantissimi tifosi delle due ruote e dello sport in generale hanno voluto ricordarlo.

Di seguito riportiamo la carriera del pilota che soltanto un paio di anni fa decise di ritirarsi dalla MotoGp per continuare a correre in Superbike con la Honda SBK: l’americano iniziò a correre nel 2003 con la Honda RC211V dove ottiene soltanto tre 3° posti e si classifica in 3° posizione nella classifica generale. Il suo anno di gloria arriva appunto nel 2006 il quale si laurea campione del Mondo staccando di 30 punti di vantaggio da Daniel Pedrosa e più di 50 punti dall’ex compagno di squadra Valentino Rossi. Gli anni successivi non sono molto felici, infatti nel 2007 conclude il campionato al 8° posto, un 13° posto l’anno dopo e un 7° nel 2010. Diversi anni dopo decise di scendere in Superbike guidando la sua moto attuale, ovvero la Honda Word Superbike fino a qualche settimana prima del tragico incidente subito quando era al bordo di una bicicletta sulle strade Misano Adriatico.

Ma come già detto nel pezzo in un pezzo precedente, non è concepito che un qualsiasi uomo il quale per parecchi anni corre su delle motociclette o su delle monoposto di Formula 1 a 300K/h rischiando la vita, possa morire in una maniera “assurda” come su una bicicletta o su degli sci…

 

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