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NAPOLI , IL CENTRO STORICO : STORIA E TRADIZIONE .

Il centro storico di Napoli rappresenta il primo nucleo storico della città di Napoli .Esso racchiude 27 secoli di storia e risulta essere il più vasto d’Europa estendendosi su una superficie di 1700 ettari (17 chilometri quadrati dell’intera superficie urbana, circa il 14,5%).Il centro storico di Napoli testimonia l’evoluzione storico-artistica della città, dal suo primo insediamento greco avvenuto nell’VIII secolo a.C. lungo la zona che affaccia sul mare,la rifondazione della stessa città in un’area più interna, costituente il “centro antico”, fino alla città barocca spagnola che ha visto l’apertura verso ovest del nucleo urbano ed a quella centro dell’élite culturale ottocentesco, con la fioritura in città di numerose ville nobiliari e borghesi che caratterizzano tutta l’area di Posillipo e del Vomero. L’area considerata patrimonio dell’UNESCO è estesa per circa 981 ettari e contiene i seguenti quartieri: Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe, Porto, Pendino, Mercato,Chiaia, San Ferdinando, Stella, San Carlo all’Arena, San Lorenzo e Vicarìa e parte delle colline del Vomero e Posillipo. Un recente accordo siglato tra regione Campania, comune e Ministero dei Beni Culturali, ha fatto sì che venissero stanziati nel giugno 2012 dall’Unione europea 100 milioni di euro per eseguire anche lavori di restauro dei monumenti del centro storico più a rischio. La città ha due veri e propri nuclei antichi originari: il primo è la collina di Pizzofalcone sulla quale nacque la città di Partenope, mentre il secondo è la zona dei decumani di Napoli dove è sorta la successiva Neapolis. In quest’ultimo spazio, in particolare, si sono concentrate tutte le costruzioni avute nel corso dei secoli fino al XVI, con l’apertura verso ovest della città per volere del viceré spagnolo don Pedro de Toledo. Solo il centro antico, che ingloba i quartieri di San Giuseppe, Porto, Pendino, Mercato, San Lorenzo e Vicarìa che, nello specifico, corrispondono pressoché all’area dei decumani di Napoli, vede l’esistenza di più di 200 chiese storiche alle quali sono legate l’attività di esponenti principali dell’arte italiana. Fra i principali artisti si ricordano Caravaggio, Donatello, Giuseppe Sanmartino,Luca Giordano, Cosimo Fanzago, Luigi Vanvitelli, Jusepe de Ribera, Domenichino, Guido Reni, Tino di Camaino, Marco dal Pino, Simone Martini, Mattia Preti e tanti altri. Durante l’epoca medievale, la città fu divisa in seggi. Questi erano: Capuana, Montagna, Nido, Porto, Portanova. In questo contesto la città era chiusa dalla sua cinta muraria oltre la quale vi era il divieto assoluto di edificazione. La caratteristica che contraddistinse il centro antico di Napoli, infatti, è la pressoché preclusione dello sviluppo in estensione della città, favorendo quindi quello “in altezza”. La circostanza che la città poggi su terreno tufaceo ha favorito pratiche di sopraelevazione di edifici preesistenti, attingendo il materiale dalle cave sotterranee già utilizzate sin dal primo nascere della città. Tuttavia, lo spostamento del potere politico al Maschio Angioino, fu un primo impulso per l’aristocrazia locale nel trascinanare verso la parte occidentale della città le proprie residenze nobiliari. L’ampliamento della città verso occidente, avvenuto nel XVI secolo con don Pedro de Toledo, comporta la nascita dell’attuale “centro storico”. Nacquero così i quartieri Spagnoli, con via Toledo, largo di Palazzo, via Medina fino all’area di Pizzofalcone e Chiaia. Il palazzo reale, nello specifico, fu motivo di un vero e proprio accaparramento da parte degli aristocratici napoletani e stranieri degli spazi vuoti nascenti lungo la strada che giungeva direttamente alla residenza del viceré, ossia via Toledo. Col passaggio dal vicereame spagnolo al regno borbonico, si ha il definitivo salto culturale nella città, la quale divenne meta estrema del Grand Tour europeo. Inoltre ,  nel giro di soli venti anni (dal 1730 al 1750, nascono imponenti edifici simbolo del livello culturale raggiunto: la reggia di Capodimonte, il real Albergo dei Poveri ed il real teatro di San Carlo. Infine , con l’avvento del neoclassicismo di inizio Ottocento (e anche dell’eclettismo di fine secolo), il centro storico si allarga anche all’area diPosillipo e del Vomero, sfruttando questi spazi “nuovi” caratterizzati da vedute paesaggistiche di particolare bellezza e da un ampio spazio naturale circostante. Nascono dunque la villa Floridiana, villa Rosebery e numerose altre importanti ville napoletane.

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