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NAPOLI , IL MITO DEL VESUVIO!

Il Vesuvio con la sua mole maestosa è presente in ogni veduta del golfo di Napoli, ripreso con il celebre pino di via Orazio in infinite cartoline. Ma la sua unicità è fornita dal connubio creatosi da sempre tra l’attività eruttiva e gli insediamenti umani, tra natura e storia.
E di questa peculiarità sono testimoni numerose leggende, i racconti di cronisti e di viaggiatori, i versi dei poeti ed il pennello dei pittori.
I vari cicli eruttivi hanno cambiato radicalmente la struttura dei luoghi e provocato cicli di vita-morte nella natura e sui nuclei abitati limitrofi.
Il Vesuvio è l’unico vulcano attivo dell’Europa continentale, circondato da 20 comuni per un totale di 700.000 abitanti.
Sin dai tempi antichi le pendici del Vulcano, tra lo scomparso fiume Sebeto a nord ed il Sarno a sud sono state intensamente abitate per la fertilità delle terre, prima ancora dei Romani da Osci, Sanniti e Greci.
Fu sotto l’impero di Augusto che, attraverso cospicui investimenti, si colonizzarono le terre, assegnandole ai veterani, si crearono due importanti vie di comunicazione: la Nocera-Napoli e la Nola-Pompei e sorsero grandi città come Pompei, Ercolano e Stabbia, oltre ad una fitta rete di ville rustiche.
Strabone, storico e geografo greco, vissuto prima di Cristo, ci fornisce una dettagliata descrizione del Vesuvio in uno dei 17 libri della sua opera: Geographia.
La disastrosa eruzione del 79 d.C. che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia ci è nota grazie a due lettere indirizzate a Tacito da Plinio il giovane. In meno di 24 ore l’eruzione creò il vuoto attorno a sé e lo struggente e desolato paesaggio che venne a crearsi fu descritto da Marziale in un suo epigramma.

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