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Napoli, il quartiere di Miano in rivolta: “300 Rom sono troppi nel nostro quartiere ,diciamo un forte no”.

L’incendio che ha colpito nei giorni scorsi il campo Rom di Cupa Perillo ,distruggendolo completamente , ha costretto in una manovra di aiuto per questi cittadini nomadi , ormai senza più un luogo dove andare e poter stabilirsi e quindi , di conseguenza lo spostamento del campo presso Miano nell’ex Caserma Boscariello di Napoli . Un’intero “villaggio” Rom costituito da circa 300 cittadini, un numero davvero eccesivo secondo gli abitanti del quartiere  di Miano , che questa mattina si sono subito radunati per protestare la sistemazione data ai nomadi.

“Sono troppi , 300 Rom nel nostro quartiere : diciamo un forte no”!  E’ così che si sono espressi  i partecipanti alla manifestazione che si è tenuta questa mattina di fronte alla caserma Boscariello, nel quartiere napoletano di Miano, contro l’insediamento di una tendopoli di cittadini rom all’interno della ex struttura militare. I residenti hanno protestando recandosi a Palazzo San Giacomo per un confronto diretto con l’assessore che sta seguendo il trasferimento dei Rom dopo l’incendiod ei giorni scorsi che ha distrutto il campo dove vivevano. I nomadi sfrattati dall’area di Cupa Perillo , a parere dei residenti di Miano , bloccherebbero con la loro presenza la trasformazione dell’ex caserma Boscariello, nella struttura sportiva al servizio dei quartieri di Scampia, Miano e Secondigliano. Gli abitanti di Miano dicono no anche ad una soluzione temporanea. La protesta continua via social dove si è attivato su facebook il gruppo “Miano protagonista” nel quale si rendono note tutte le iniziative in vista della manifestazione già fissata per sabato pomeriggio.

Anche l’assessore comunale di Napoli, Roberta Gaeta, si era espressa a riguardo ringraziando i cittadini residenti a Miano per la solidarietà dimostrata , con testuali parole:“Continuare a soffiare sul fuoco dell’intolleranza in un territorio che, oltretutto, non è interessato di fatto al trasferimento della popolazione Rom alla caserma Boscariello, fa pensare ad un mero pretesto per avviare la macchina del fango e della strumentalizzazione politica””Dal giorno dell’incendio, il confronto con la comunità locale è stato costante e continuo; come amministrazione abbiamo adottato dal primo momento soluzioni condivise con il Presidente della VIII Municipalità Paipais e, inoltre, accettate dai cittadini che abitano in quella zona. A loro vanno i miei più sentiti ringraziamenti, perchè di fronte alla tragedia e all’emergenza, che vede coinvolto un gran numero di minori, hanno dimostrato umanità, solidarietà e senso di responsabilità: i rom abitano da trent’anni sul territorio, sono integrati con la popolazione locale e, soprattutto, sono persone come chiunque altro. Le famiglie rom ospitate attualmente all’Auditorium di Scampia saranno trasferite nei prossimi giorni all’ex caserma Boscariello, attrezzata dalla protezione civile: è una situazione temporanea che, in accordo con il Ministero della Difesa, durerà solo per pochi mesi, e comunque non oltre Natale, esattamente come potrebbe succedere in caso di terremoto”. Ma da quanto è accaduto questa mattina la solidarietà dei residenti del quartiere non è durata molto, e anche la soluzione momentanea non è accettata e si chiede di spostare questi nomadi altrove come se sii trattasse di un pacco postale.

La rivolta sfociata davanti alla caserma ha bloccato le strade, numerosi striscioni contro il trasferimento e soprattutto  contro il Sindaco De Magistris che a sua volta si è così espresso in aula  durantee il consiglio comunale : “Auditorium e caserma Boscariello sono soluzioni temporanee, noi non pratichiamo deportazioni”. “Non ci interessano baraccopoli né tendopoli , quella che è stata adottata è una soluzione temporanea perché quelle persone sono napoletane, il campo è lì da tren’tanni. La soluzione dell’Auditorium sarà per dieci o undici giorni, così come per la Boscariello non si andrà oltre la fine dell’anno. Ho preso il mio impegno con il ministro della Difesa, Pinotti, a cui va il mio ringraziamento”.“Si tratta di un trasferimento per la tutela delle persone – ha proseguito il sindaco – noi siamo quelli che non tollereremo mai azioni militari di sgombero che a Napoli non sono necessarie. A Napoli coniughiamo integrazione, inclusione, solidarietà, diritti e doveri. Voglio sapere chi ha ritenuto, in questo preciso momento, di appiccare quell’incendio e sono sicuro che magistratura e forze dell’ordine lavoreranno in questa direzione. Scampia è Napoli, è un attentato criminale nei confronti della città, di persone che avrebbero potuto perdere la vita”.

Ma il comitato di Miano ha già presentato oltre 2mila le firme per bloccare  il trasferimento dei nomadi nella caserma affermando a tutta voce : “Per l’amministrazione comunale l’importante è che queste persone restino nelle zone di periferia urbana. Noi dell’associazione di Miano – si legge nella petizione – non vogliamo cadere nell’errore di essere visti come razzisti o inumani nei confronti dei rom ma chiediamo che si realizzino in diversi quartieri della città campi attrezzati come quello di Scampia alle spalle del carcere di Secondigliano, con servizi adeguati e un massimo di 100 nuclei familiari. In tal modo, si dimostra che l’intera città di Napoli è sensibile e vogliosa di accoglierli in un processo di integrazione sociale”.

Resta da vedere come si evolverà la situazione e non resta che sperare in una quiete dopo la tempesta , ma cosa più importante sperare che quei cittadini Rom abbiano un’adeguata sistemazione e che non passino da  vittime a  bersaglio per una colpa che non è sicuramente loro.

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