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NAPOLI , STORIA DI VIA SAN GREGORIO ARMENO

Via San Gregorio Armeno è una delle strade più importanti  del centro storico di Napoli, celebre turisticamente per le botteghe artigiane di presepi. La strada che popolarmente è chiamata san Liguoro, risulta essere uno degli stenopoi tipici dell’architettura urbanistica greca la quale caratterizza tutto il centro antico di Napoli. In quanto stenopos (cardine nell’urbanistica romana), la via fungeva da collegamento tra le due plateiai (decumani): la plateia maggiore (attuale via dei Tribunali) e quella inferiore (odierna Spaccanapoli). Le due principali strade dell’allora Neapolis, erano dunque congiunte perpendicolarmente proprio da questa strada, all’altezza della Basilica di San Lorenzo Maggiore, dove sorgeva l’agorà. Successivamente, la strada fu chiamata plaetia nostriana in quanto il XV vescovo di Napoli, San Nostriano, vi fece costruire terme per i poveri. Partendo da piazza San Gaetano vediamo subito a destra il malconcio edificio settecentesco del Banco del Popolo, un tempo proprietà della Casa degli Incurabili, che possedeva anche un ulteriore palazzo attiguo di un secolo più antico. Oggi, in grave stato di abbandono, necessita di importanti interventi dal momento che ha presentato vari cedimenti che hanno portato nel 2011, oltre alla già presente messa in sicurezza con tubi Innocenti, il montaggio di una protezione di emergenza provvisoria per i tanti turisti. A circa metà strada, sorge la storica chiesa di San Gregorio Armeno fondata attorno al 930 sulle fondamenta dell’antico tempio di Cerere. Solo nel 1205 la chiesa viene intitolata al santo omonimo. Giunti al termine presso via San Biagio, sulla sinistra si osserva la chiesa di San Gennaro all’Olmo, gestita dalla fondazione Giambattista Vico (non a caso qui il filosofo fu battezzato). Dirimpetto, quella che si identifica tradizionalmente come la domus Ianuaria, cioè la casa di San Gennaro. Una lapide posta nel 1949 menziona questo luogo come casa natale del santo. Tra un’allegra moltitudine di negozietti, botteghe e bancarelle che tutto l’anno riempiono di magia gli occhi di chi ne ammira affascinato l’atmosfera. Un’arte, quella presepiale, che dimora in ogni singolo particolare degli innumerevoli manufatti, così minuziosamente plasmati che sembrano possedere un’anima propria. Vere e proprie dinastie di “pastorai” si tramandano da secoli i piccoli segreti di questo straordinario artigianato e sono impegnati tutto l’anno a ricreare i pastori e le minuterie in terra cotta dipinta per allestire i maestosi presepi che tanta letteratura e pittura hanno ispirato. Ma forse non tutti sanno che San Gregorio Armeno è anche tra le più interessanti nella storia greco-romana di Neapolis, infatti si trova proprio accanto all’Agorà poi Foro di piazza S.Gaetano dove si trovano i resti del tempio di Castore e Polluce. Proprio nei pressi della chiesa che dà il nome alla via, anticamente detta di San Liguore, il vescovo napoletano San Nostriano fece aprire dei balnea pubblici e creare la prima struttura paleocristiana della chiesa di S.Gregorio sui resti dell’antico tempio di Cerere (e a proposito di questa divinità, non a caso, si narra che i cittadini gli offrivano come ex voto delle piccole statuine di terracotta, fabbricate nelle botteghe vicine), alla quale il suo successore annetté anche un ricovero per gli ammalati poveri. Qui, durante la metà dell’VIII secolo, quando la furia degli iconoclasti costrinse molti religiosi a rifugiarsi in Italia in fuga dall’Oriente, furono ospitate le reliquie di S.Gregorio l’Illuminatore, patriarca di Armenia (257-331) trasportate da alcune monache basiliane guidate da Santa Patrizia. La tradizione vuole che le monache basiliane di S.Patrizia dopo esser sbarcate sull’isolotto di Megaride (Castel dell’Ovo) ed avervi fondato un primo monastero, alla morte della fondatrice e per volere del duca bizantino di Napoli Stefano, ne portarono in processione il corpo; successe poi che le due giovenche bianche aggiogate al carro funebre, giunte davanti S.Gregorio si arrestarono e l’avvenimento fu considerato volere della vergine Patrizia, si decise pertanto di spostare il monastero in quella struttura. La fede popolare si è sempre raccolta intorno alle reliquie conservate nella chiesa come quelle veneratissime di S.Patrizia il cui sangue si scioglie il 26 agosto; quelle del sangue del Battista che alcune monache nel 1576 recarono nel nuovo asilo di S.Gregorio e che si scioglie il 29 agosto; e quelle della tibia e del cranio di S.Gregorio con le sue catene ed il bastone. Solo nel 1205 la chiesa viene intitolata a quest’ultimo. Oggi via San Gregorio Armeno è nota in tutto il mondo come il centro espositivo delle botteghe artigianali qui ubicate che ormai tutto l’anno realizzano statuine per i presepi, sia canoniche che originali.

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