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Nel mondo violentata 1 ragazza su 10. Qual è la colpa di una donna che subisce violenza?

Qual è la colpa di una donna che subisce violenza? Aver baciato il rospo sbagliato? Avere messo l’abito sbagliato? Avere detto o fatto la cosa sbagliata? 

La colpa delle donne vittime di violenza è essere figlie, e a volte inconsapevolmente madri, di una cultura patriarcale, cioè quel sistema sociale e culturale in cui si ritiene che il depositario naturale del potere sia il padre, il maschio. 

E prima ancora di morire perché femmina, la violenza striscia sin dentro la culla per accompagnarci durante la vita come una migliore amica, tra i gesti e le parole di ogni giorno. 

Così, se da bambina vuoi giocare a calcio non ti è permesso “perché tu sei femmina quindi non sei capace”; se subisci commenti inopportuni sul corpo che cresce e cambia, la responsabilità è “certamente” della tua gonna troppo corta o del carattere espansivo; se hai successo nello studio e nel lavoro, non è il risultato di passione e sacrificio ma perché hai “certamente” aperto la camicetta…

Risultati immagini per violenza sulle donne la colpa non è tua 

Tutto ciò, mentre la pubblicità mostra il corpo femminile come merce da inscatolare, le testate giornalistiche raccontano di donne come “patate bollenti” e ai colloqui di lavoro, anzichè analizzare quali competenze abbiamo acquisito dalla difficoltà di svolgere la professione di essere umano, dovendo dimostrare di essere due volte più brave rispetto all’uomo, la domanda di rito sarà sempre se vogliamo diventare moglie e madri 

In tal modo, goccia dopo goccia, il veleno della cultura patriarcale trasforma la discriminazione sulle donne da violenza silente in manifesta, fino alla “normalità” del femminicidio, senza dimenticare di restituirne la responsabilità alla donna stessa. Così oltre al danno anche la beffa!

Signore mie, come usciamo “vive” da questa sub-cultura? 

Un unico cordone fatto di dignità e coraggio, di studio e competenza attraversa l’impresa di migliorare le condizioni di vita dell’essere donna: dal basso all’alto, dalla strada alla scuola, dai flash mob ai progetti educativi, dalle campagne di sensibilizzazione alle proposte di legge.  

E se a tutti noi, giornalisti, educatori, professionisti, artisti, attivisti, eccetera, spetta il compito di osservare e interpretare il tessuto sociale, alla politica spetta invece l’obbligo morale di trovare una soluzione alla violenza di genere, che in Italia è diventato un fenomeno dai numeri preoccupanti, troppo per essere considerato un Paese civile.  

Secondo il rapporto dell’OMS Valutazione globale e regionale della violenza contro le donne, la violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”. Redatto in collaborazione con la London School of Hygiene & Tropical Medicine e la South African Medical Research Council, il rapporto analizza sistematicamente i dati sulla diffusione della violenza femminile a livello globale, inflitta sia da parte del proprio partner, sia da sconosciuti.
L’abuso fisico e sessuale è un problema sanitario che colpisce oltre il 35% delle donne in tutto il mondo e, cosa ben più grave, è che ad infliggere la violenza sia nel 30% dei casi un partner intimo.  Ad oggi 120 milioni di ragazze in tutto il mondo, una su 10, hanno subito stupri o altri atti sessuali forzati; fino al 30% dei minori legati a gruppi armati sono ragazze utilizzate spesso come schiave sessuali; entro quest’anno 12 milioni di ragazze saranno coinvolte in matrimoni precoci (un matrimonio ogni tre secondi) e solo quest’anno 2,4 milioni di ragazze (4 ogni minuto) si sposeranno prima di aver compiuto i 15 anni. In particolare, quelle che vivono in paesi colpiti da conflitti o altre crisi umanitarie sono spesso le più vulnerabili di tutte. Nel mondo, più di 1 ragazza su 3 (35%) nella propria vita ha subito violenze fisiche o sessuali dal partner o da altri uomini e tra le ragazze di età compresa tra 14 e 21 anni, il 66% ha subito un’attenzione sessuale o molestie indesiderate in un luogo pubblico. Inoltre, più dell’80% dei minori sposati prima dei 18 anni sono di sesso femminile. Sono i dati diffusi da Save the Children in occasione della Giornata Internazionale delle bambine.

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