Officina delle idee

NOCERA:”A PROPOSITO DI VOUCHERS E DELLE POLITICHE DEL LAVORO.”

Il Governo Gentiloni ,saggiamente , ha evitato frizioni col mondo del lavoro accogliendo le richieste della CGIL .Questa in verità non aveva chiesto l’eliminazione sic et simpliciter ma una sua più stringente regolamentazione .L’altro punto che il governo ha accolto è la responsabilità solidale fra appaltante e appaltatore rispetto ai lavoratori appaltati . Quando ero responsabile del Sindacato Ferrovieri CGIL facemmo una cosa del genere chiedendo l’equiparazione contrattuale fra ferrovieri e lavoratori degli appalti e coinvolgendo FS nel rispetto delle norme contrattuali. La giustezza della posizione della CGIL sta nelle feroci reazioni di Confindustria e Ci.

Il “voucher” fu istituito dal governo Berlusconi nel 2004  ma  fin  quando non arrivò la legge sul lavoro  ,il cosiddetto “ Jobs act”  ( una cafonaggine inutile) che ne incentivò l’abuso il suo uso fu abbastanza limitato

Le grandi imprese Avevano scoperto un facile strumento di pseudo regolamentazione di rapporti precari facendone un uso abnorme e contrario allo spirito della norma. Quando grandi aziende ,grandi catene di distribuzione vi ricorrono in maniera massiccia ( milioni di vouchers attivati) c’è qualcosa che non va. Ad esempio : Perché vi ricorrono le società calcistiche per gli stewards ? Il calendario è conosciuto dall’inizio ,Perché non contrattualizzare il rapporto per l’intera stagione in vece di reclutare i ragazzi volta  per volta? E’ una furbata  “italiana”  per cui sembra che si rispetti una norma stravolgendone nei fatti il contenuto  Una vera ipocrisia “legalizzata”il voucher è soltanto una strumento limitato e precario e tale deve restare. I posti coperti dal ”voucher” sono precari per definizione . La risposta alle esigenze di lavoro dei giovani deve essere altra. Consiglierei di smettere on l’enfasi sui risultati del ”Jobs act” e guardare l alla realtà effettiva . Il grande scrittore Sandòr Màrai diceva : I fatti non sono la verità.  Si calcolano le percentuali di occupati e disoccupati sulla base del dato degli  iscritto ai centri per l’impiego . Ma se questi  diminuiscono perché i giovani ,rilevatane l’inutilità non si iscrivono più il dato è falsato. Tanto per capirci : Su una  base di 10mila iscritti , 100 rapporti di lavoro sono l’1 % ma se li calcoliamo sull’intero universo giovanile , che nessuno considera , e lo valutiamo in 20mila unità ecco che il nuovo impiego scende drasticamente  allo 0,50%. E’ ovviamente solo un esempio per spiegare il meccanismo  ma se approfondiamo l’analisi vediamo che è così. C’è’  infine un’ultima considerazione : NESSUNA legge  sul lavoro , anche la più perfetta ,crea nuove occasioni di lavoro . E’ una aberrazione tutta renziana credere in un assioma inesistente .Normare il lavoro senza investimenti produttivi,  senza una politica industriale di sviluppo non serve a niente . Se alla ricerca di base si destinano 47 milioni all’anno ( ultima legge di stabilità) mentre la Germania vi destina  un miliardo e trecento milioni si capisce subito che sullo sviluppo non c’è partita. Occorre una radicale inversione di tendenza .Più fatti e meno chiacchiere .Più dialogo e meno minacce di ostracismi . La concertazione ha salvato l’ Italia negli anni di piombo e , comunque, nel rapporto fra istituzioni e  parti sociali il dialogo è sempre preferibile allo scontro soprattutto  quello ideologico –L’attacco indiscriminato ai sindacati non può essere il tratto distintivo di un partito che si dichiara riformista . Ci vuole coerenza fra l’essere e l’apparire. L’attacco alla CGIL è stato un errore politico considerato che larga parte dell’elettorato PD apparteneva a quel mondo. Errore tragico schiacciare l’occhiolino alla Confindustria e litigare con i sindacati. Infine trovo significativi gli alti lai di Confindustri a.  Sono il segno della bassa qualità imprenditoriale dei  nos tri industriali. Sono quelli che vogliono sfidare il mercato e la concorrenza giocando solo sul costo del lavoro . Su questo piano il Bangladesh  ci batte due a zero. La riprova è che i paesi più sviluppati hanno alti salari: Germania , Scandinavia , Corea del Sud E’ un segno di arretratezza che non ci rende competitivi ed asfissia il  mercato interno

Adesso c’è lo spazio per ricontrattare con i sindacati modalità e regole di uno strumento ,comunque limitato che dovrebbe coprire solo i “lavoretti” Già l’uso di questo diminutivo dà l’esatta dimensione di un fenomeno senza prospettive . E’ stato calcolato che un lavoratore la cui sorte previdenziale dipendesse solo da tale strumento dovrebbe lavorare 70 anni!
Apprezzo la saggezza di Gentiloni in palese contrasto con l’arroganza renziana . Tutto questo si poteva evitare solo se il nostro eroe avesse accettato il confronto con i sindacati ,volutamente offesi e  respinti Spero impari la lezione anche se ci credo poco.

.E’ stato messo un punto fermo alla questione. E’ il momento di ripartire nel reciproco  rispetto.

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