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NOCERA:”CONTRADDIZIONI E DIFFICOLTA’ DEL GOVERNO GIALLOVERDE.MA CHI SI INSINUA O SI PROPONE COME ALTERNATIVA?”

Stavolta lo scontro sembra vero, non e’ detto che cada il governo ma i nodi che si stanno addensando hanno la dirompenza per rompere tutto.

Di Maio e’ dalle europee che e’ un capo dimezzato, si agita molto, punta a stare a galla anche con spregiudicato cinismo. Vanno interpretate così cose come il voto favorevole a Strasburgo o la vicenda Alitalia . Teme il voto anticipato come la peste ma – insieme – sente che ha necessita’ di rimontare su Salvini pena la propria scomparsa di scena.

La novita’ e’ che ora anche Salvini e’ in difficolta’, anche lui dilaniato dal dubbio se tentare di passare all’incasso prima che la cosa della Russia lo travolga o attendere paziente sperando smetta di grandinare.

In questo clima chi si oppone al governo tutto puo’ fare tranne che fare da sponda a uno dei due. Non a caso lo stesso D’Alema – che non e’ nato ieri – pur invitando a cogliere il senso del voto grillino a Strasburgo si e’ guardato bene da andare oltre.

Al di la’ delle intemerate di Renzi credo sia chiaro a tutti che allo stato non si possono operare distinguo tra Salvini e Di Maio. Se cadono cadono entrambi e semmai sara’ Conte ad ereditare la leadership cinque stelle.

E come si vede la crisi non a caso ancora non c’e’. Il collante del potere, forte per chiunque, per queste due nomenclature al governo pare sia l’unico vero orizzonte.

La politica si sa e’ ANCHE insinuarsi nella contraddizioni avversarie e possibilmente intanto darti un tuo proprio indirizzo.

Qui vi sono certo tante contraddizioni. Senza abbassare la guardia pero’. Il profilo antiborghese e la sfida ai “poteri forti” fanno parte dell’armamentario di sempre di forze cosi che mai si contrappongono poi ai potenti concreti del concreto capitalismo.

Zingaretti e art. Uno forse non potevano fare di piu’, e l’esito non disastroso del voto europeo resta un punto all’attivo.

Ora pero’ o si mette meno al motore o resti come fossi un’auto solo con la carrozzeria. Comunisti e sinistre hanno pesato quando il “motore sociale” dell’operaio – massa ha trascinato obiettivi e alleanze. Esaurita quella stagione ( per i rapporti di forza sfavorevoli e i cambiamenti di tecnologia e lavoro ) ogni altra strada e’ apparsa provvisoria.

Lo stesso D’Alema lo ha implicitamente riconosciuto indicando le difficolta’ dei socialisti europei nel voto alla Ue, britannici e tedeschi contro, italiani e spagnoli a favore.

E’ il segno di una crisi piu’ grave a sinistra che si cerca invano di superare con la tattica mancando risposte che impone il cambio d’epoca e lo scompaginamento della classica base sociale ( operai, classi medie, sindacati, intellettuali ).

Senza un nuovo soggetto del lavoro, un motore sociale appunto, non vedo come avere una ripresa a sinistra. E dove sta questo lavoro? La ragazzina che ti ha servito ieri sera al ristorante, il giovanotto che ti ha portato la pizza in bici l’altro giorno, il tecnico ambulante che ti aggiusta il Pc, le migliaia di addetti delle oltre cento vertenze che giacciono al Ministero, imprese che tagliano posti ed emigrano altrove, i precari di tanti altri settori, gli africani che raccolgono pomodori e Villa Literno o in Calabria , anche i tecnici piu’ specializzati della tecnologia piu’ futurista e avanzata.

Un nuovo proletariato, un moderno Quarto Stato, come lo definisce Mario Tronti, che c’e’ e che va esplorato e unificato, da noi e su scala almeno europea. Li dentro non e’ arrivata la politica , anzi il governo fa di tutto per convincerli a considerarsi “popolo” piuttosto che classe.

A questo motore forse va dedicato un po ‘ del nostro tempo, aiutando e costruendo prospettive. Sapendo anche maneggiare con cura ed equilibrio la vecchia questione di come matura una coscienza del se.

Sicuramente e’ difficile, un compito immane.
Ma non ho mai visto un’automobile marciare senza motore.

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