Officina delle idee

Paolucci: ‘Sì al candidato del PD, non al PD del candidato’

“E’ in Europa che giochiamo la partita decisiva per il nostro Paese e bene ha fatto Renzi sul palco di Bologna a portare gli altri leader Pse”. Massimo Paolucci, neo eletto vice presidente della delegazione PD in seno al Parlamento Europeo, è intervenuto alla Festa dell’Unità di Lioni e Sant’Angelo dei Lombardi in Alta Irpinia, chiamato a discutere di Europa e nuova programmazione 2014-2020. “Dobbiamo dire basta ai tecnicismi e cambiare i vincoli del Patto di Stabilità. Abbiamo due obiettivi a breve termine: l’approvazione del bilancio e ottenere che Juncker mantenga le promesse sugli investimenti. In Europa la sfida non è solo quella di fronteggiare i conservatori, ma anche tra Nord e Sud del continente perché chi siede accanto a noi nei banchi non sempre ha la stessa visione delle cose”.

Onorevole, venendo alle questioni relative al suo partito, la prossima settimana ci sarà la Direzione che con molto probabilità aprirà all’ingresso delle diverse componenti minoritarie nelle segreteria nazionale compresa la sua area di riferimento, Area Riformista. Questo “governo unitario” cosa significa: c’è un avvicinamento sulle posizioni renziane o pensate che dall’interno abbiate chance di incidere sull’agenda PD e di governo?

“Abbiamo una grande responsabilità che viene dal risultato delle Europee. Credo sia giusto che anche nella diversità delle posizioni, tutti diano una mano. Renzi a Bologna ha fatto una proposta e credo sia giusto che le minoranze rispondano positivamente. Questo non significa che da un giorno all’altro abbiamo tutti le stesse idee, ma queste idee devono convivere all’interno di una gestione unitaria”.

Per il dopo Caldoro il Partito Democratico è in leggero ritardo rispetto al centrodestra nella scelta del candidato con alcuni che invocano una decisione dall’alto e altri le primarie.

“Non mi piace la discussione che sta venendo fuori sulle Regionali. A me interessa costruire il candidato del PD e non il PD del candidato”.

Si spieghi meglio.

“A me piacerebbe che prima dei nomi vengano i programmi. Discutiamo dell’idea di Regione: ad esempio sulla sanità io penso che si debbano avere ospedali specializzati e poi tanti servizi di prevenzione sul territorio, siamo tutti d’accordo? Penso che come è stato con Bassolino dobbiamo avere nei trasporti il punto fondamentale di spesa, siamo tutti d’accordo? E sulla formazione? Discutiamo di questo e in ragione di questo scegliamo il candidato. Io penso che non vada ripetuta la brutta pagina delle Primarie e sono disponibile a lavorare per trovare una soluzione unitaria”.

In tal senso, la Fonderia delle Idee che partirà a fine mese crede sia un’opportunità?

“Assolutamente sì, io sono come i cinesi per i millefiori. Tutto quello che serve a portare acqua al programma ben venga. Io sono stato invitato, andrò e parteciperò a uno dei tavoli di discussione e non provo alcuna gelosia per il fatto che sia stata proposta da quattro cinque persone. Ora a Napoli c’è la Conferenza Programmatica che è una cosa utile, poi ci saranno la Fonderia e altri appuntamenti. Tutto quello che serve a smuovere le acque va bene. La gente è stufa della politica dei litigi, ma se discuti di cose concrete come equilibrio di bilancio o fondi diretti e indiretti risponde bene ed è questo che dobbiamo provare a fare”.

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