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Paolucci: «Non sono un tifoso delle Primarie»

Massimo Paolucci, Europarlamentare del PD, esponente di punta della componente del Partito Democratico che fa riferimento a Massimo D’Alema. E’ stato Assessore al Comune di Napoli, parlamentare e Consigliere Comunale a Napoli. E’ intervenuto alla trasmissione radiofonica Dentro i Fatti, in onda ogni lunedì su radio Club 91 e condotta da Samuele Ciambriello. Riportiamo ampi stralci dell’intervista.

Paolucci, cosa significa la vittoria di Tsripas a livello europeo?

«E’ sicuramente un segnale chiaro e positivo per il cambiamento dell’Europa».

Ma da contrapposizione parlano i mercati internazionali. Come mai a livello internazionale sono le borse a condizionare le politiche nazionali e le alleanze a livello europeo?

«Innanzitutto Tsripas rappresenta una sinistra radicale ma che sostiene la presenza in Europa e ritiene una sciocchezza l’ipotesi di uscire dall’euro. Quindi una sinistra forte ma consapevole che al di fuori dell’Europa non ci sono prospettive. I mercati condizionano perché siamo in una fase di economia di massa che divora l’economia reale. Basta un click o il muoversi di un gruppo di speculatori per far perdere o guadagnare tanti soldi ai privati o agli stati. Ecco perché occorrono maggiori controlli».

In queste ore si parla dei finanziamenti europei. La regione e la giunta Caldoro da i suoi numeri, voi dell’opposizione i vostri.  Ci illustri la fotografia in bianco e nero circa i finanziamenti europei in Campania.

«Di bianco c’è poco. C’è sicuramente molto nero. La corte dei conti ritiene incerto il bilancio di Caldoro con prossime entrate incerte. Documenti ufficiali della comunità europea dicono che il livello di funzionamento dei servizi pubblici e di capacità di spesa è talmente basso che si rischia di perdere fondi.  Caldoro ha raccontato che in un mese ha speso più di ottocento milioni di fondi europei, ma non vediamo cantieri aperti e operai a lavoro».

Paolucci, si faranno le primarie il 22 febbraio?

«Io non sono un tifoso delle Primarie ma dobbiamo arrivarci nella condizione più unitaria possibile»

 

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