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PAPA FRANCESCO :” QUANTA CRUDELTA’ CONTRO I MIGRANTI “

“I campi di rifugiati, tanti, sono campi di concentramento per la folla di gente lasciata lì e i popoli generosi che li accolgono debbono portare avanti da soli questo peso, e gli accordi internazionali sembrano più importanti dei diritti umani”. Queste le parole di Papa Francesco durante il rito in memoria dei “nuovi martiri” che ha celebrato con la Comunità di San’Egidio, cui è affidata la chiesa sull’isola Tiberina. Il pontefice era stato accolto all’esterno della basilica da una folla festatante di diverse migliaia di fedeli, con striscioni come “Benvenuto Papa Francesco”, “Pace in tutte le terre”, “I martiri ci uniscono”. Il pontefice ha ricordato i martiri e ha dichiarato :” I tanti martiri nascosti, quegli uomini e quelle donne fedeli alla forza mite dell’amore, alla voce dello Spirito Santo, che nella vita di ogni giorno cercano di aiutare i fratelli e di amare Dio senza riserve. Se guardiamo bene, la causa di ogni persecuzione è l’odio del principe di questo mondo verso quanti sono stati salvati e redenti da Gesù con la sua morte e con la sua risurrezione”. Il contesto di questa preghiera è molto significativo per una serie di fattori: esattamente quattro anni fa ad oggi venivano rapiti i vescovi ortodossi di Aleppo Boulos Yazigi e Gregorios Ibrahim, dei quali non si hanno più notizie; si avvicina il viaggio del Papa in Egitto, che ha una forte impronta ecumenica e interreligiosa perché sottolinea la comunione del sangue delle vittime dell’odio; siamo alla vigilia delle presidenziali in Francia, colpita nei giorni scorsi dall’ennesimo attentato terroristico, rivendicato dall’Isis. Per questo ultimo aspetto, acquista particolare risonanza la presenza di Roselyn, la sorella di padre Jacques Hamel, assassinato dai jihadisti il 26 luglio scorso, in una chiesa nei pressi di Rouen. Infine , il Papa ha quindi benedetto una piccola scultura di legno dipinto, raffigurante una colomba, che proviene dall’iconostasi di un’antica chiesa di Aleppo, bombardata durante l’assedio della città. A porgergliela un rifugiato siriano di Aleppo, giunto in Italia attraverso i corridoi umanitari. Dopo la benedizione del Papa, la colomba è stata posta sull’altare della cappella che custodisce le memorie dei martiri dell’Asia e del Medio Oriente. Infine, prima di tornare in Vaticano, Francesco si è intrattenuto, nei locali, accanto alla Basilica, con un gruppo di profughi giunti in Italia con i corridoi umanitari. Tra questi, Tadese Fisaha, giovane eritreo sopravvissuto di Lampedusa, che ha donato al Papa una cartolina raffigurante i volti delle vittime del terribile naufragio del 3 Ottobre 2013.

 

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