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Patrizio Rispo: “Il dramma di questa terra è che, dai nobili ai camorristi, non sappiamo fare squadra”

È recente l’approvazione della delibera, da parte del Comune di Napoli, con la quale sono stati designati l’avvocato Domenico Ciruzzi e l’attore Patrizio Rispo come i due rappresentanti del Comune nel Consiglio Di Amministrazione del Teatro Mercadante di Napoli, divenuto Teatro nazionale come comunicato dal Mibact lo scorso febbraio.

A questo proposito, è intervenuto l’attore Rispo, alias Raffaele Giordano in “Un posto al sole”, ai microfoni di Radio Club 91, per la trasmissione Dentro i fatti condotta da Samuele Ciambriello: “Al Comune spetterebbe una poltrona, Ciruzzi andrebbe al posto di Giannola, per cui è una questione ancora da definire”. Adriano Giannola è, infatti, ancora rappresentante del Comune, nonostante l’avvenuta sfiducia, non avendo egli presentato le sue dimissioni.

Siamo stati riconosciuti teatro nazionale proprio per quello che abbiamo dato nei secoli ha continuato Rispo con i talenti nella scrittura ma anche nelle maestranze, scenografi, macchinisti ecc, dotati di grande creatività. Noi napoletani siamo veramente internazionali come talenti drammaturgici e artistici. Questo è un riconoscimento che può essere volano per fare formazione, dare lavoro e non essere solo vetrina di grandi eventi”.

Talenti e bellezze che rappresentano un vero patrimonio partenopeo e campano che andrebbe maggiormente – non ci stanchiamo mai di dirlo e scriverlo – valorizzato, come ha ribadito l’attore: “Un patrimonio che noi non dobbiamo elemosinare o far crescere, ce l’abbiamo e dobbiamo valorizzarlo. Sembra facile ma, invece, è un  paradosso: sono le cose che abbiamo e non mettiamo a frutto”. “Se si pagassero le tasse, se finisse la corruzione –  ha proseguito Rispo – tutto ciò sarebbe possibile. La speranza non è un miraggio, noi abbiamo tutto, solo che sperperiamo troppo”.

Un input che andrebbe colto sia dalla politica che da ogni singolo cittadino come ha evidenziato Rispo sollecitato dalla domanda di Ciambriello circa l’incapacità di fare squadra: “Questo è un problema che va dalla nobiltà ai camorristi, è un problema del nostro Dna, noi non sappiamo fare squadra, siamo tutti capitani e nessun soldato. Questo è il dramma di questa terra, e tutti – forse anche per la storia che ci appartiene – aspettiamo che qualcuno risolva per noi e quando lo fanno pensiamo solo a comandare. Ciò va cambiato con l’educazione, l’esempio, l’imprenditorialità che si deve instaurare in noi. Basta combatterci e svegliarci la mattina e pensare solo a come fregare chi ha un’idea piuttosto che pensare a un’idea propria”. Napoli, come una città che aspetta il Salvatore e non decide di salvarsi da sé, quando ne avrebbe la possibilità. Una riflessione che ben si è adattata anche al commento della venuta di papa Francesco nel capoluogo campano. Rispo: “Io ero lì presente perché ho fatto una diretta con Rai1, l’ho detto e ribadito, mi ha emozionato e meravigliato vedere i miei concittadini tutti con un sorriso sulle labbra, fiduciosi; è bastata la venuta di un uomo, di un padre, quel sorriso io vorrei vederlo tutti i giorni e invece sono bersagliato da richieste d’aiuto. Ancora una volta ci affidiamo a un solo uomo”.

IMG-20150407-WA0010Grande attenzione si è rivolta anche al turismo con l’intervento del Responsabile per il Centro Democratico del Turismo e Beni culturali, Nicola Montanino: “Ritengo che sia fondamentale ripartire dai territori, dalle loro peculiarità che rendono ricca la Regione. Dobbiamo diffondere le bellezze e particolarità di ogni singolo territorio e poi essere bravi a fare rete, creare un unicum che attragga il turista”. Patrizio Rispo, che sarà il 24 a Palma Campania, dove Nicola Montanino è stato Sindaco per 7 anni, ha appoggiato le parole del politico parlando anche della sua esperienza: “Io ho fatto anche il direttore artistico nei comuni del nolano e di Pozzuoli: abbiamo fatto degli eventi lasciando sul territorio poi illuminazioni e ristrutturazioni, invece di sprecare soldi. L’incoming è una cosa fondamentale, portare i turisti lì dove sono posti non conosciuti, non solo Capri e Sorrento. Luoghi meravigliosi dove è assurdo non vedere turisti”.

In conclusione, Montanino: “Penso che debba esserci la creazione di un secondo polo turistico che abbracci i territori dell’entroterra che sono ricchissimi ma poco “sponsorizzati”. Quando vengono i turisti in Campania e chiedono “cosa c’è da vedere” noi ci fermiamo alle due tre realtà solite, quelle più gettonate”.

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