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Immigrazione: Grillo incolpa Renzi

“Renzi è politicamente responsabile del disastro immigrazione. Con il suo governo è entrata in vigore l’operazione Triton che autorizza le navi di 15 Stati europei a pattugliare il Mar Mediterraneo”. Attacco deciso di Beppe Grillo sull’argomento immigrazione. Il bersaglio è, ovviamente, Matteo Renzi.

Un lungo articolo sul suo blog per affrontare il tema immigrazione. La partenza è decisamente col botto. Il punto di arrivo non può che essere l’attuale segretario del PD.

Si parte così:

“Renzi è politicamente responsabile del disastro immigrazione. Con il suo governo è entrata in vigore l’operazione Triton che autorizza le navi di 15 Stati europei a pattugliare il Mar Mediterraneo. Queste navi portano i migranti SOLO in Italia. I dettagli tecnici, tra cui le modalità di sbarco di queste operazioni congiunte, sono contenuti nel piano operativo dell’operazione stessa. Purtroppo il documento non è pubblico. Si deve fare trasparenza.Vogliamo capire perché i migranti arrivano solo nei porti italiani, quando invece spesso il porto più sicuro è quello maltese o tunisino. Stessa modalità viene seguita dalle ONG che operano nel Mar Mediterraneo: i migranti soccorsi vengono sbarcati SOLO nel nostro Paese. Da quando Triton è entrato in vigore – il 1 novembre 2014 – sono sbarcati nel nostro Paese ben 413.000 migranti. Al Parlamento europeo il gruppo Efdd – MoVimento 5 Stelle ha presentato una interrogazione alla Commissione europea – a prima firma Laura Ferrara – nella quale si denuncia la scelta delle coste italiane come approdo finale di tutte le navi presenti nel Mar Mediterraneo. Se i migranti vengono salvati da una nave che porta la bandiera di altri Stati membri, allora la domanda di asilo deve essere presentata in quegli Stati.”

Il post successivo alla dichiarazione del Ministro degli Interni, Marco Minniti, di negare l’approdo ai porti alle navi cariche di migranti che battono bandiera non italiana, vale a dire quasi tutte quelle delle Organizzazioni non governative che operano davanti alla Libia, ad eccezione di quella di Save The Children e di una delle 4 di Medici senza frontiere. A tal proposito Grillo afferma:

“Anziché mandare lettere a Bruxelles, Minniti chieda conto degli errori che il Pd al governo ha commesso. Renzi deve chiedere scusa a milioni di cittadini esasperati dalla mancanza di risposte efficaci sul tema dell’immigrazione. Le emergenze di solito sono temporanee, Renzi le ha rese croniche.Chiediamo il rispetto delle regole. L’immigrazione deve essere gestita, le leggi devono essere rispettate, così come i Trattati europei che prevedono la solidarietà fra gli Stati membri per la gestione delle emergenze. I partiti che hanno firmato accordi suicida devono andare a casa.”

Una dichiarazione che colloca l’ex comico genovese in una posizione molto simile a quella dello stesso Salvini, il quale, però, andava anche oltre auspicando la confisca delle navi delle Ong. Questo il commento sulla sua pagina Facebook:

Merkel: “Aiuteremo l’Italia”. Juncker: “Italia eroica”.
Ipocriti e bugiardi.
Intanto stanno sbarcando altri 5.000 clandestini.
Che fare?
BLOCCO NAVALE subito.
Salvare tutti e riportarli indietro, sequestrare e affondare i barconi (ovviamente vuoti), confiscare le navi delle ONG.
Marina Militare e Guardia Costiera difendano i confini, non gli scafisti e gli schiavisti.
Smettere di regalare 8 miliardi all’anno a Bruxelles.
Si può fare? Certo, volere è potere.

L’unica posizione di equilibrio in mezzo è quella mantenuta dal direttore della Fondazione Cei “Migrantes”, Monsignor Perego. Un provvedimento, quello del blocco, ritenuto inaccettabile:

“Mi auguro che si tratti solo di una provocazione volta a favorire il ricollocamento nei vari Paesi Ue. Altrimenti sarebbe un provvedimento inaccettabile”

Lo stesso che aveva accolta in maniera favorevole la legge sullo ius soli: il testo andava a “ringiovanire” il vecchio ritenuto inadeguato per i tempi e le situazioni socio-politiche attuali:

“Quella legge è inadeguata perché non considera ciò che il nostro Paese oggi è diventato, i suoi cinque milioni di migranti e una mobilità cresciuta. Lì si premiava lo “ius sanguinis” – “diritto di sangue”: un bambino è italiano se almeno uno dei genitori lo è, ndr – e cioè si salvaguardava chi emigrava. Non si volevano perdere i cittadini che lasciavano l’Italia in cerca di fortuna. Oggi un sano realismo richiederebbe di premiare invece chi arriva da noi. “Ius soli” (il diritto legato al territorio) e “ius culturae” (il diritto legato all’istruzione), sono strumenti che migliorerebbero la vita nelle nostre città, favorendo inclusione e partecipazione.”

Una battaglia, quello sulla cittadinanza agli stranieri, che rischia sempre di più di allontanarsi dal merito e sulle implicazioni sociali che un mancato aggiornamento potrebbe avere, per trasferirsi sul piano del consenso politico: la “caccia” all’immigrato come fonte dei problemi come chiave di volta di un futuro successo alle urne.

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