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QUESTIONE MIGRANTI, PAPA FRANCESCO:” HO L’IMPRESSIONE CHE IL GOVERNO ITALIANO STIA FACENDO DI TUTTO, PER LAVORI UMANITARI, DI RISOLVERE ANCHE PROBLEMI CHE NON PUO’ ASSUMERE”

Il Papa apprezza ciò che il Governo italiano fa per i migranti, e sulle questioni che riguardano la Libia, infatti si esprime così: “Un governo deve gestire questo problema con la virtù propria del governante, cioè la prudenza. Cosa significa? Primo: quanti posti ho. Secondo: non solo ricevere, ma integrare“, mentre   sulle condizioni dei migranti che restano in Libia, “ho l’impressione che il governo italiano stia facendo di tutto, per lavori umanitari, di risolvere anche problemi che non può assumere“. Il Papa di ritorno dal suo viaggio in Colombia, ha parlato del suo incontro privato con il premier Gentiloni: “Prima di tutto l’incontro con il primo ministro Gentiloni è stato un incontro personale e non su questo argomento: è stato prima di questo problema, che è venuto fuori alcune settimane dopo. E’ prima del problema” e riguardo alla questione dei cambiamenti climatici, il Papa osa chiamare l’uomo come un essere stupido ed ammette: “Perché si tarda a prendere coscienza degli effetti dei cambiamenti climatici? Mi viene un frase dell’Antico Testamento, del Salmo: ‘L’uomo è uno stupido‘”. Riguardo la corruzione dell’uomo e il perdono di Dio che non si stanca mai di noi, il suo sguardo su di noi è eterno, il Papa, dichiara: “Quand’ero in Argentina ho scritto un piccolo libro che si chiama “Peccato e corruzione”. Sempre tutti siamo peccatori e noi sappiamo che il Signore è vicino a noi, che lui non si stanca di perdonare. Ma la differenza è che Dio non si stanca di perdonare ma il peccatore alle volte si anima e chiede perdono: il problema è che il corrotto si stanca di chiedere perdono e si dimentica come si fa a chiedere perdono“. Si è poi parlato della crisi del Venezuela e della posizione della Santa Sede, riguardo cui Francesco si è espresso così:  “La Santa Sede ha inviato un nunzio di primo livello. Poi ha parlato: ha parlato con persone, ha parlato pubblicamente. Io tante volte nell’Angelus ho parlato della situazione. Cercando sempre una via d’uscita, aiutando, offrendo un aiuto per uscire. Quello che è più doloroso è il problema umanitario. La gente scappa o soffre. Un problema umanitario che dobbiamo aiutare a risolvere in ogni maniera. Credo che le Nazioni Unite debbano farsi sentire anche lì per aiutare”. Mentre riguardo il programma DACA, negli USA, quello che tutela i ‘dreamers’, che minaccia la deportazione di figli di famiglie immigrate, che potevano sognare, studiare e avere la vita che hanno gli altri senza la paura di essere espulsi, che oggi grazia a Trump, non è più valido, il Papa si è espresso così: “Io ho sentito di questa legge non ho potuto leggere gli articoli e come si prende la decisione, non la conosco bene, ma staccare dalla famiglia non è una cosa che dà un buon frutto, né per i giovani, né per la famiglia” proseguendo, ha poi fatto riferimento a Trump, dichiarando:   “Io penso che questa legge  che credo venga non dal parlamento ma dall’esecutivo, se è così non sono sicuro, c’è speranza che si ripensi un po’, perché io ho sentito parlare il presidente degli Stati Uniti: si presenta come un uomo pro-life. Se è un bravo pro-life capisce che la famiglia è la culla della vita e si deve difendere l’unità”. Il Papa insiste sempre in ogni latitudine di investire il proprio discorso per i migranti, per coloro che vengono definiti diversi per il colore della pelle, o per la lingua che parlano, ma non sono diversi per i sogni che hanno.

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