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REFERENDUM COSTITUZIONALE TURCO : VINCE UN SI RISICATO GRAZIE AI VOTI ESTERI, MA IL PAESE E’ SPACCATO. ACCUSE DI BROGLI PER TIMBRI FALSI

Le feste pasquali  sono occasioni uniche, irrepetibili, momenti di gioia per staccare la spina e  conversare davanti ad una buona tavola, con i propri cari. Ma hanno anche il demerito di far passare sottotraccia, eventi importanti come il referendum costituzionale  in Turchia voluto dallo stesso Presidente Erdogan per implementare i suoi poteri in uno status Presidenziale, dove Pena di Morte e netta contrapposizione alla Politica Europa recitano un ruolo di primo piano nei suoi principi autoritari. Per la cronaca, il Si e’ passato con un risicato 51% contro il 49% dei NO, (ma ancora sub-Judice, poiche’ a rischio brogli per mancanza di timbro nelle schede di circa il 37% e totale mancanza di rispetto degli standard democratici , secondo l’Ocse). Il dato interessante e non scontato riguarda soprattutto le azioni del voto, che demarcano una grave spaccatura del Paese ed una significativa diversita’ fra le varie zone del paese, cosi ‘ vicini ma cosi diversi. Si evince che le grandi citta’ Turche dal tasso culturale piu’ elevato hanno votato per il No, mentre le grandi periferie dove l’informazione della rete latita, gli elettori hanno marcato per il No, condizionati da azioni mirate al consenso di Erdogan;  decisivi per la sua vittoria (sub-judice), i voti esteri degli  elettori Turchi stabilitisi in Olanda, Germania, Austria  convinti dalle parole di Erdogan, vero ammaliatore di folle, riguardo la considerazione che gli stessi paesi ospitanti nutrono per i concittadini del Presidente Turco.

Il Si Costituzionale, dara’ pieni poteri presidenziali ad Erdogan, rendendo difficile se non impossibile il percorso di inserimento turco all’interno dell’Unione Europea, minando ancor di piu’ la seppur fragile alleanza fra  i vari paesi partecipanti , essendo la Turchia un polo strategicamente fondamentale sia per il commercio, ma anche per una questione geo-politica; la nazione e’  una presenza internazionale “Double-Face” essendo presente sia in Europa che Asia con i suoi collegamenti con la Russia di Putin per gli oleodotti  e conseguente risparmi sui costi, ma anche per i rapporti mai chiariti con il medio-oriente dove si formano continue micro-cellule dell’Isis che trovano nel governo Erdogan, tra alleati e oppositori un ottimo viatico per entrare in Europa eludendo molteplitici sistemi di sicurezza. La mossa di Erdogan e’ praticamente chiara a tutti, dare una sterzata autoritaria al suo mandato, poiche’ le minacce del principale partito oppositore, il kemalista Chp ha dalla sua gran parte del consenso di una popolazione che vuole un cambiamento verso una democrazia, fatta di idee, confronti e azioni mirate verso  un stato-welfare in totale contrapposizione con le idee di Erdogan, soffocante e oppressivo dopo il colpo di stato di pochi mesi fa, sventato grazie alla sua furbizia di stratega politico..

In queste ore Junker, la Merkel e i maggiori statisti europei, sperano in un ribaltone del referendum (sub-judice), che significherebbe ancora speranza per un Europa piu’ unita e volta al progresso, con principi unitari e democratici.

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