Economia e Welfare

Refezione scolastica al Comune di Napoli: Io non ci sto più

Voglio rappresentare la vergognosa situazione della refezione scolastica nel Comune di Napoli, caotica, mal gestita e di pessima qualità.
Quest’anno scolastico superata l’ormai cronica difficoltà di partenza, la refezione era curata, presso la scuola in cui mia figlia (3 anni) frequenta l’asilo, dalla ditta dell’anno scorso che, nel prestare il servizio col malumore di chi sa di essere precario ed ormai prossimo “all’esonero”, aveva dovuto suo malgrado provvedere anche a peggiorare la qualità del servizio per ottemperare ai nuovi standard decisi dal Comune.
Quest’ultimo, di contro ha provveduto a rincarare la tassazione per il servizio di refezione in maniera tutt’altro che ragionevole giungendo ad esigere per il pasto di un bambino anche 5,00€ al giorno da pagare anticipatamente.
Ad inizio 2015 poi la ditta Tortora è stata definitivamente sostituita dalla ditta Gerico ed il servizio già peggiorato rispetto all’anno precedente ha definitivamente raggiunto il grado SCHIFO, il prosciutto dato ai bambini ieri era di provenienza sconosciuta nonché di colore improbabile.
Personalmente ho deciso di non far mangiare più la bambina a scuola finché attraverso le proteste formali (della scuola), informali e politiche non si raggiungerà un livello almeno decente nella refezione scolastica.
La sensazione nello svolgimento delle gare d’appalto è che l’ente abbia badato al massimo risparmio come unico parametro, tralasciando qualità di cibo e servizio da assicurare agli utenti, quegli stessi utenti che per un pugno di riso o pasta e una fettina di prosciutto o carne o un bastoncino di pesce a casa spenderebbe molto meno.
Andando, infine, a navigare sul sito del Comune di Napoli noi genitori/utenti, che, a casa, badando in maniera scrupolosa alla salute dei figli sappiamo ben distinguere un prodotto biologico o KM zero da quelli presi nei peggiori mercati, subiamo l’ulteriore beffa nel leggere un disciplinare relativo agli ingredienti che cita le migliori caratteristiche alimentari di qualità come standard della refezione, cosa lontana anni luce dalla realtà.
Purtroppo la quotidianità a Napoli è sempre più difficile e stride in maniera clamorosa e dolorosa con l’immagine da cartolina che negli ultimi anni l’amministrazione comunale s’è affaticata a costruire.
La prego, dunque, di pubblicare la presente lettera per compulsare la giunta comunale a recuperare standard qualitativi accettabili nel servizio di refezione scolastica e ad ottemperare in maniera mensile al rendiconto del numero dei pasti pagati e da pagare in base alle assenze del mese precedente di ogni singolo bambino dato che tra i tanti adempimenti di una famiglia italiana, a Napoli ogni fine mese bisognare prendere il calendario, contare i giorni di scuola, moltiplicare per la quota pasto quotidiana e poi provvedere al pagamento, agendo con precisione e zelo, che è difficile credere sia applicata da tutti i genitori.
Innocenzo Datri papà di Sofia
asilo IC Casanova in  piazza Cavour Napoli

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