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Regge italiane, tra storia e mito

Andrea Merlotti, scrive nel suo “Andare per regge e residenze” (il Mulino). Da Nord a Sud, questi gioielli architettonici, che nell’ultimo secolo sono divenuti luoghi identitari, simboli di un territorio e di una tradizione, arricchiscono la penisola: sono tanti i palazzi, le ville e i castelli dal carattere regale, anche se, spiega l’autore, “nel 1612 in Italia non vi erano re, con l’eccezione del papa”.

Nel libro Merlotti imposta il racconto con un ordine cronologico, prendendo come riferimento l’età moderna e contemporanea, e restringe l’analisi ai palazzi di sovrani che furono re, con l’unica eccezione dei Medici. Il viaggio inizia da Roma, dagli splendidi Palazzi Vaticani, che divennero simbolo della superiorità del potere dei papi su quello dei sovrani – si comincia con papa Giulio II Della Rovere, che affidò la decorazione di uno degli appartamenti a Raffaello -, e dal Quirinale, nuova reggia nata nel ‘600. Il percorso prosegue con Palazzo Vecchio a Firenze, e poi via via, passando dal Palazzo Reale di Torino e la reggia di Venaria, il Palazzo Reale di Napoli e le regge di Caserta e Colorno (quest’ultima è “Versailles d’Italia”, secondo il volere di Filippo di Borbone e di sua moglie Luisa Elisabetta), si arriva al Palazzo Reale di Milano e alla Villa di Monza, che divennero le principali residenze di Napoleone come re d’Italia, fino a Venezia, Cagliari, Palermo e Genova. La copertina di Andare per regge e residenze di  Andrea Merlotti © ANSA

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