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Renzi: “La nostra comunità è orgogliosa di fare politica. Si chiama democrazia”. Orlando: “Torniamo vicini al popolo, il riformismo non vive nelle stanze chiuse”. Emiliano: “Il Pd sia una squadra, basta con l’uomo solo al comando”.

 

Convenzione nazionale Pd, è partita la corsa per le primarie del 30 aprile. Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano ammessi alle Primarie del 30 aprile.

Renzi: “Noi non faremo le primarie contro Orlando o Emiliano, le faremo per non consegnare il Paese a Grillo e alla destra”. “Sono favorevole ai collegi e alla governabilità, ma se tutti gli altri si mettono d’accordo soltanto nel dire no, rispondiamo che non mettano il Pd nelle condizioni di essere l’unico a cambiare le cose. Ci facciano una proposta”. “Chi perde e dà la colpa agli altri non sono leader ma solo dei quaquaraqua. Non fidatevi di chi perde e resta incollato alla sua poltrona e trova solo dei capri espiatori”.

 

Ore 12,32  -Renzi: “Lezioni di onestà da un movimento fondato da un pregiudicato non ne prendiamo. Per noi parla la fedina penale”

Ore 12,29 – Il Pd chiederebbe di mettere il veto se qualcuno proponesse di inserire il fiscal compact nei trattati istitutivi dell’Ue. Lo ha detto Matteo Renzi parlando alla convenzione democratica. “Non credo che accadrà, ma se accadesse che qualcuno in Europa immagina di mettere il fiscal compact dentro i trattati istitutivi dell’Ue, sappia che il Pd proporrà di mettere il veto”.

Ore 12,26 – Renzi: “Dobbiamo avere le idee chiare sull’Europa: Europa sì ma non così: non può essere quella che davanti ai fatti del terremoto ci manda la letterina sullo zero vergola”.

Ore 12,22 – Renzi: “Tre punti ci contraddistinguono dal Movimento 5 Stelle. Il primo è che noi scegliamo i leader tramite processi democratici, loro tramite processi dinastici: democrazia vs dinastia. Il secondo è che noi crediamo nella scienza, non alle scie chimiche, sui vaccini crediamo ai laureati in medicina non ai laureati su Facebook: scienza vs paura. E l’ultimo punto è lavoro vs assistenzialismo, l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, non sui sussidi”.

Ore 12,20 – Renzi: “Le regole nella casa si rispettano tutti e non si passano i prossimi quattro anni a bombardare il quartier generale con i distinguo e i ‘non sono d’accordo con nulla’”.

Ore 12,17 – Renzi: “Ha detto qualcuno che il nostro popolo non ci segue più. Questo congresso ha dimostrato che il nostro popolo ci precede, ci aspetta nel luogo dove finiscono le polemiche. Nel luogo dove l’unità è un valore praticato, non solo conclamato. Non è vero che il nostro popolo non ci segue più. Aspetta che la facciamo finita con polemiche e discussioni infinite. Dice: ‘Non ne possiamo più’. Dalla Bolognina ai circoli aziendali, questo è il messaggio che viene dall’assemblea degli iscritti”,

Ore 12,15 – Prende la parola Matteo Renzi, candidato alla segreteria del Partito Democratico.

Ore 12,13 – Emiliano conclude il suo intervento: “Abbiamo ancora la forza di cambiare il mondo. Il Pd deve essere lo strumento per far ripartire l’Italia. Viva il Partito Democratico e viva l’Italia”.

Ore 12,11 – Emiliano: “Il Pd dovrebbe essere un luogo capace di tenere in mano i numeri, di ascoltare le persone, di non prendere decisioni senza avere approfondito, in maniera puntuale, i dati di ogni questione e naturalmente, siccome tutto questo non può essere fatto da un uomo solo, noi dobbiamo costruire il Pd come una grande squadra, nella quale, a seconda dei ruoli, possiamo mettere in campo i migliori. I migliori sono dappertutto, non solo in alcuni luoghi o tra i più fedeli o tra i meno rompiscatole”.

Ore 12,10 – “Iscriversi a un partito non significa solo alla fine fare la conta delle figurine, ma significa avere la capacità di contare sulle decisioni del partito stesso. Quando abbiamo deciso di cambiare l’articolo 18 una discussione vera dentro al partito, nei circoli, l’avremmo potuta fare. Quando abbiamo deciso di mettere mano alla Costituzione e di cambiarla profondamente, avremmo potuto discutere anche dentro la struttura del partito, e aprire ed evitare molti degli errori che sono stati compiuti nella strutturazione di questa riforma”.

Ore 12,09 – Emiliano: “La politica non è fatta solo di grandi decisioni, di grande comunicazione, di slide o di tutti quegli elementi che sono indispensabili, parliamoci chiaro, sono utili, ma non sono il cuore della questione. Comunicazione e contenuto sono entrambi importanti, ma capirete che senza contenuto la comunicazione finisce qualche volta persino per irritare.”

Ore 12,04 – Emiliano:  “Avremmo voluto avere un Pd più capace di stare vicino a chi non conta nulla, più capace di contrastare la povertà nei quartieri anche di avere una concezione della militanza, non solo come riflessione politica in vista di obiettivi elettorali, ma anche di gestione del quotidiano”.

Ore 12,00 – Emiliano: “Sono dispiaciuto di non essere lì perché questo partito ha bisogno di contatto umano. Tante persone avevano grande speranza in noi. Pensavano che avremmo costruito un grande laboratorio collettivo. Tutti noi abbiamo l’idea del Pd come il grande luogo della giustizia, dei movimento operai e contadini, siamo quelli della lotta alla mafia, dei diritti civili, siamo quel luogo nel quale la salute pubblica dovrebbe essere centrale e non un cestino da cui prendere soldi”.

IMG_2587Ore 11,58 – Comincia l’intervento in video di Michele Emiliano, costretto a dare forfait per un infortunio occorsogli durante un’iniziativa di campagna congressuale in Calabria.

Ore 11,57 – Orlando: “Se le riforme non le fai bene, non le fai con gli altri, non durano. Dobbiamo uscire dall’isolamento politico in cui ci siamo cacciati. Dobbiamo fare chiarezza sulle alleanze e sulle responsabilitaà politiche”, ha aggiunto. “Il passaggio sulla legge elettorale sarà decisivo anche su questo. Non nascondiamoci dietro al tatticismo. Se non troviamo voti, insistere sul Mattarellum vuol dire che non li stiamo cercando”.

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Ore 11,55 – Orlando: “Sono stato ai cancelli di Mirafiori all’alba per incontrare gli operai del primo turno. Sono stato accolto con calore, ma non mi sarei stupito se mi avessero cacciato a calci. Da quanto tempo, sistematicamente, non andiamo ai cancelli di Mirafiori? Questo è il punto. Torniamo al popolo, andiamo nelle scuole a parlare con gli insegnanti arrabbiati, saniamo questa frattura. Non abbiamo altra strada. Va bene parlare con Marchionne che guadagna come mille operai, ma vogliamo parlare anche con i restanti 999?. Il riformismo non vive solo nelle stanze chiuse”.

Ore 11,51 – Orlando: “Non userò mai le parole dei populisti che sono entrate anche in questo congresso. Ma noi le parole le abbiamo e abbiamo quella che sintetizza tutte: uguaglianza. Non per spostare a sinistra il Pd ma perché questa oggi è la nostra funzione storica”.

Ore 11,48 – Orlando: “Il nostro problema è stato aver fatto le riforme senza un popolo”.

Ore 11,47 – Orlando: “Rischiamo di commettere un errore grande, inseguire le nuove formule della destra, soluzioni semplici a problemi complessi, il leader? Ogni volta che diventiamo copia sbiadita dell’originale finiamo per perdere”. Ha poi aggiunto: “Noi spesso siamo identificati con l’establishment italiano. Il risultato del referendum ci dice che non solo siamo apparsi come quelli che non hanno fatto saltare il tappo, ma addirittura come quelli che in alcuni casi hanno avvitato il tappo in modo un po’ più stretto”

Ore 11,44 – Orlando: “Se vincerò le primarie un membro della mia segreteria sarà a Bruxelles e riuniremo a Bruxelles la segreteria stessa”.

Ore 11,41Emiliano ringrazia ma non chiede alcun rinvio delle primarie. “Ringrazio di cuore coloro che si stanno ponendo il problema di un rinvio delle primarie a seguito del mio infortunio. In particolare ringrazio Andrea Orlando per le sue parole e per la sua immediata disponibilità. Ci tengo anche a dire che non voglio assolutamente condizionare i tempi delle primarie, non ho chiesto nulla in tal senso”.

Ore 11,37 – Orlando: “Le ricette dei populisti, che poi sono dei fascisti 4.0, distruggeranno l’Europa. Facciamolo sempre, anche quando non è popolare: teniamo sempre accanto la bandiera europea”

Ore 11,33 – Orlando: “La competizione interna non è sufficiente a risolvere i nostri problemi. La nostra necessità di riscatto non può limitarsi alla volontà di rivincita. Il voto del 4 dicembre c’ha sbattuto in faccia una radiografia del Paese. Una buona fetta del nostro elettorato potenziale ci ha voltato le spalle e sbattuto la porta.”

 

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