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RICOSTRUZIONE E SOLIDARIETA’,BUONA POLITICA E FUTURO NELLA LEOPOLDA 7

“E adesso il futuro”. E’ questo lo slogan scelto per la settima edizione della Leopolda in programma da oggi, 4 novembre, fino a domenica 6 novembre a Firenze

Finisce la prima giornata della Leopolda con la amatriciana solidale, una giornata in cui i temi principali sono stati terremoto e di sociale.

Chiude la prima giornata il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio: “La Leopolda ha rappresentato un modo per far sentire una voce che venisse dalla gente comune. Da molti questo luogo è stata interpretata come voi state dalla parte dei vincenti, noi non abbiamo mai pensato che essere dalla parte di chi ha talento fosse essere contro a chi sta peggio e tutte le storie ascoltate stasera ne sono la conferma. Questo governo e il presidente del consiglio ha a cuore la parola cura. Noi siamo sempre in mezzo alla gente e con la gente”.

È la volta di Luciano D’Alfonso, presidente della Regione Abruzzo: “A L’Aquila da quando c’è la volontà di non calare le cose dall’alto, ma di parlare con i territori, la differenza si vede. Da quando questo governo si è messo all’opera, si è messa a fuoco la ricostruzione delle periferie e, adesso, anche del centro storico. Ho voluto essere qui per dire grazie a Renzi e ai suoi collaboratori per questo modo di operare nella ricostruzione, per il coinvolgimento delle istituzioni locali”.

Sul palco Don Andrea Bonsignori per parlare di autismo, quindi Marco Bollani: “La legge sul terzo settore toglie alibi a tutti: l’associazionismo è nato per cambiare il mondo, questa legge dà gli strumenti necessari”.

Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo ucciso da un pirata dalla strada, parla della legge sull’omicidio stradale: “Grazie per questa legge, che servirà a rendere giustizia a chi ha perso un caro”.

E’ il turno delle unioni civili con sottosegretario di Ivan Scalfarotto: “Oggi dopo 7 Leopolde posso finalmente dire che la mia famiglia è uguale alla vostra, che il mio progetto di vita è uguale al vostro. Il 4 dicembre dirò Sì e in primavera finalmente potrò dirne un altro”.

Si parla di sprechi alimentari con Antonio Sorice: “Si fa prevenzione convincendo la filiera di donare il cibo in eccedenza prima che diventi rifiuto”.

E’ il turno del sindaco di Calcinaia Lucia Ciardi che parla di edilizia scolastica.

Sale sul palco Riccardo Bonacina: “Sei anni fa sono venuto per la prima volta alla Leopolda e chiedevo che questo paese non continuasse a umiliare il volontariato e alla fine questa riforma del terzo settore va in quella direzione”.

Il premier nel suo breve intervento parla brevemente del fronte del No: “Siamo riusciti a mettere d’accordo Salvini e Monti, ora hanno la stessa idee d’Europa. Salvini parla male di Europa ogni giorno, tranne quello in cui prende lo stipendio da parlamentare europeo”.

Sale sul palco Matteo Renzi che introduce la seconda parte della serata in cui si parlerà di quello che è stato fatto dal governo sul sociale e informa la platea sui lavori di domani: mattina con i tavoli di lavoro, pomeriggio si inizia con Brunello Cucinelli che racconterà del suo progetto per Norcia, per poi proseguire con un racconto da Lampedusa. Poi si proseguirà con la riforma costituzionale. La domenica mattina invece parleranno tutti i leopoldini che hanno avuto un figlio e racconteranno cosa si aspettano per il futuro dei loro figli. La chiusura naturalmente è affidata al premier.

L’esperienza di Antonio, imprenditore che dopo il terremoto del 2012 in Emilia è riuscito a ripartire: “Il terremoto del 29 maggio ha creato molti danni nel capannone che utilizzavamo, ma dal minuto dopo pensavamo a come ripartire”.

Sul palco della Leopolda la testimonianza di Andrea Fidanza, che nel 2009 era studente fuori sede a L’Aquila e che ha deciso di restare nella città abruzzese.

Molto applaudito l’intervento della senatrice, che ha parlato con il cuore in mano del terremoto che ha sconvolto la sua terra.

E’ il momento della Senatrice Pd Stefania Pezzopane, che nel 2009 era presidente della provincia de L’Aquila quando fu sconvolta dal distruttivo terremoto del 6 aprile: “Quando fummo sconvolti dal terremoto c’era in carica un governo che ci ha sfruttato per fare campagna elettorale, che ha inaugurato le case il giorno del suo compleanno, a cui non importava nulla se quelle case erano costruite male, se crollavano i balconi. Oggi con un governo che ci ascolta abbiamo avviato anche a L’Aquila una ricostruzione seria, la gente non ci credeva, ma è ora è realtà. Se noi avessimo avuto il decreto che il governo oggi ha fatto per questo terremoto noi saremmo  anni avanti”.

Matteo Richetti lancia un video dei borghi colpiti dal terremoto, “per vedere come erano, ma anche perché ci prendiamo l’impegno di ricostruirli belli come erano”. La soundtrack è Io lo so che non sono solo di Jovanotti.

Sale sul palco il presidente dell’Umbria Catiuscia Marini: “Sono qui per i cittadini della mia terra, per gli uomini e le donne di Norcia, di Preci e degli altri centri colpiti”. “Oggi le nostre città sono ferite, abbiamo già parlato con il governo: quelle cittadine non vanno solo ricostruite, ma vanno ricostruite facendo prevenzione”.

E’ la volta di Luca Perinelli volontario venticinquenne, impegnato da fine agosto nelle zone terremotate: “Questa è l’Italia che ci piace, l’Italia del volontariato”.

Sale sul palco Erasmo D’Angelis per parlare di emergenze e di fragilità del territorio: “Casa Italia riuscirà a mettere in piedi una grande prevenzione strutturale”.

Matteo Richetti fa vedere in sala la vignetta di Vauro: “A Vauro inviamo un saluto rispettoso e voglio dire che non manca di rispetto a noi, ma a chi quella scossa l’ha vissuta sulla propria pelle”

Sale sul palco Elvezio Galanti, che ricorda la grande alluvione di Firenze del 4 novembre 1966.: “Da allora si è fatto poco sulla prevenzione, ma tanto sulla gestione dell’emergenza. Firenze è il punto di partenza per la Protezione civile”.

Matteo Richetti chiama sul palco i 3 ragazzi che condurranno insieme a lui la serata: Mattia Peradotto, Valeria Treré, Caterina Carpinella.

“Il mondo ci sta guardando e dobbiamo dimostrare di essere all’altezza di produrre quel cambiamento che abbiamo invocato”.

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