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Riforma della Giustizia: l’opinione degli avvocati

Leggevo stamattina un post del Prof. Ciambriello e riflettevo sulle sollecitazioni che lo stesso faceva al Ministro Orlando, e da queste riflessioni uscivano un pò di pensieri, non tutti positivi.

Premetto che chi scrive è un avvocato, delegata nazionale al Congresso dell’Avvocatura e recentemente candidata alle Europee con il PD, peraltro con un soddisfacente risultato, molto vicina politicamente alle posizioni del Guardasigilli e del Premier; tanto vicina da ritenere entrambi, ognuno nell’incarico svolto, i migliori da almeno 20 anni.

Eppure qualcosa di questa Riforma della Giustizia ancora non mi convince e cercherò di spiegare il perché. La Riforma nasce dall’ esigenza di rendere competitivo il Paese a livello internazionale, e tale competitività passa per gli investimenti economici che nessuna azienda estera pensa di fare in un Paese dove la Giustizia Civile è così lenta e questo ha un senso corretto e inconfutabile; basti pensare che il Congresso dell’Avvocatura Italiana avrà come tema proprio il Mercato(Oltre il Mercato, 9-11 Ottobre 2014- Venezia)

Tuttavia un vero Mercato, inteso nel senso più ampio del termine, con le sue regole e le sue prospettive di crescita economica, l’Avvocatura Italiana non l’ha mai visto, meno che meno adesso.

Invece si continua a partire da un presupposto sbagliato: 1) i contenziosi civili sono troppi= 2) troppi avvocati= 3)giustizia lenta.

Il presupposto è errato e se si parte da un assunto sbagliato si rischiano errori a catena.

1)I giudizi civili pendenti sono troppi(quasi 5.000.000) e questo è vero, ma nessuno si è chiesto perché ci sono tutte queste pendenze. Nessuno riflette sul fatto che tali pendenze siano dovute ad inefficienze di uffici e mezzi; e  nessuno pensa che la Giustizia Civile regola, o meglio cerca di farlo, tante materie che fanno parte della nostra vita quotidiana: dalle questioni di famiglia a quelle immobiliari, dalle richieste di esecuzione per ottenere soddisfazione di crediti alle questioni ereditarie, dalle vendite ai risarcimenti, dalle possessorie alle adozioni, ecc. Nessuno pensa che i giudizi civili non dipendono dagli avvocati, ma da tutt’altre ragioni, non imputabili agli avvocati, come l’inefficienza degli Uffici, privi di personale adeguato e mezzi e,  dulcis in fundo, anche di giudici preparati.

2) Gli avvocati sono troppi: se ne calcolano 240.000 circa e si dimentica che circa 100.000 sono impiegati negli Uffici amministrativi di Comuni, Enti e Società, private o partecipate, o, peggio, sono giovani e meno giovani sfruttati presso grandi studi, quasi “operai a cottimo” costretti a fatturare e pagare le tasse con stipendi il più delle volte inferiori rispetto a quello di un impiegato statale e senza un vero contenzioso da seguire. Quando si dice che sono troppi si sottintende che gli avvocati hanno interesse a che le cause si moltiplichino e magari anche a far sì che il contenzioso abbia tempi lunghi; ma è un assunto falso, perché l’interesse di un avvocato, ovvero difendere gli interessi del cliente, è quello di far funzionare meglio e più celermente la Giustizia e non certo di perdere tempo.

Gli avvocati, infatti, vengono pagati con il riconoscimento degli onorari di causa e spesso, visto che non c’è un tariffario rispettato, neanche il giusto viene loro riconosciuto .

Per una legge non scritta, poi, si dice che gli avvocati sono troppi quando le Università ne sfornano ogni anno migliaia; ma non ci si preoccupa di mettere dei paletti, magari dopo un paio d’anni di corso, per verificare la reale intenzione degli studenti a proseguire non solo quel titolo di laurea, ma anche il percorso di avvocato cui quel titolo dà accesso.

3) La Giustizia è lenta: vero, verissimo, anzi, ma perché? Gli avvocati hanno termini perentori per tutta una serie di procedure, mentre per i magistrati tali termini non esistono o comunque sono dilatori. Benché obbligati a depositare tutto e diversi giorni prima che tale udienza si tenga, l’avvocato trova il magistrato assolutamente impreparato, ovvero in sede di prima udienza il più delle volte il giudice designato non conosce nulla di quella causa. Fortunatamente non accade sempre, sfortunatamente accade troppo spesso.

Sembra che la Giustizia sia lenta e i contenziosi troppi e troppo lunghi per volere degli avvocati, eppure MAI la durata di una causa dipende da questo o quell’avvocato.

Una magistratura più efficiente e responsabile, Uffici e Personale preparato e dotazione dei migliori mezzi e avvio del Processo Civile Telematico potranno aiutare, certo, ma una buona Riforma del Processo Civile deve partire dal presupposto corretto: causa che pende non rende…e questo gli avvocati che si occupano di contenzioso civile in Italia lo sanno meglio di chiunque altro.

Avv. Milena Miranda

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