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SANREMO 2018, VINCE LA 68ESIMA EDIZIONE IL DUO CON ERMAL META E FABRIZIO MORO, MENTRE FAVINO RACCONTA E COMMUOVE PERCHE’ : “SE NON C’E’ STRADA DENTRO AL CUORE DEGLI ALTRI, PRIMA O POI SI TRACCERA'”

Il festival è andato bene, oggettivamente, anche se era partito un po’ storto, specie il mio farfallino la prima sera, che ha fatto più scalpore della farfallina di Belen, anche se erano in posizioni diverse della persona“. Inizia con queste parole di Baglioni,  l’ultima puntata di questa grande festa della musica italiana, e con l’esibizione del vincitore delle nuove proposte, Ultimo con la sua “Il ballo delle incertezze”. Arriva la voce potente  di Laura Pausini, a presentare in anteprima mondiale il primo singolo, del suo prossimo album che esce a marzo, “Non è detto”. Insieme, i due grandi della musica, Baglioni e la Pausini, duettano sulle note di “Avrai ”  grande successo del Direttore Artistico. Ma ciò che arriva come uno schiaffo in pieno volto, è la sublime esibizione di Favino che interpreta, commuovendosi, un brano da La notte poco prima della foresta di Bernard-Marie Koltès, storia di estraneità e di esclusione, il tutto sulle note di Fossati.  Un testo che parla di migrazione, di dolore, di atrocità del vivere, di quando la vita non è che sempre stata sofferenza, null’altro che sofferenza, e a tal proposito il conduttore dichiara: “Mi sono imbattuto in questo testo un giorno lontano, mi sono fermato ad ascoltarlo senza poter andar via e da quel momento vive con me ed io con lui. Mi appartiene, anche se ancora non so bene il perché. E’ uno straniero che parla in queste pagine. Non sono io, la sua vita non è la mia eppure mi perdo nelle sue parole e mi ci ritrovo come se lo fosse. Il suo racconto mi porta in strade che non ho camminato, in luoghi che non ho visitato. Come un prestigiatore, fa comparire storie di donne, di angeli incontrati per caso, di violenze e di paura di ciò che non conosciamo”. Quello che non conosciamo desta sempre timore, non conosciamo la paura di essere uccisi in una guerra, la disperazione che si prova nell’andare via, nel mettersi in salvo, nel sentirsi estranei, eppure  “Siamo tutti più o meno stranieri“,  in un mondo caduto in frantumi, nel più profondo dei mari. È una figura maschile quella che parla, che descrive la condizione di chi deve sempre e solo subire, di chi viene preso a calci in culo, sempre e comunque. Anche solo per volersi sdraiare sull’erba e raccontare e ascoltare storie.  E sul finale ecco l’entrata in scena di Fiorella Mannoia e di Claudio Baglioni che cantano ‘Mio fratello che guardi il mondo” di Ivano Fossati, perchè “se non c’è strada dentro al cuore degli altri  prima o poi si traccerà”. E si traccia anche la fine di questa 68esima edizione del Festival della canzone italiana, con la proclamazione dei tre finalisti: al terzo posto con ” Il mondo prima di te”si classifica Annalisa, mentre al secondo posto ci sono “Lo stato sociale” con il brano “Una vita in vacanza”. A trionfare al primo posto vi sono, invece, Ermal Meta e Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente“, un brano che tocca gli scorsi attentati terroristici, che tocca la Francia, il Bataclan, Nizza, Londra, e tutto l’immenso dolore del mondo. Si conclude sulle note della canzone vincitrice questa festa che rimarrà impressa per i temi affrontati, dal femminicidio fino al tema dei migranti, il più dibattuto e conteso della politica, grande assente in questa edizione firmata Baglioni, che spettina la musica e di un Favino che entra nell’anima e la scuote da dentro, portandoti quel dolore che la vita fabbrica insieme alle note di una canzone.

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