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Sarri: “La Juve è il coronomento di una carriera. Voglio vincere e far divertire. Ho dato tutto per il Napoli.” I napoletani delusi e derisi!

A Napoli fin quando cercheremo sempre l’eroe, il comandante, il Masaniello, il liberatore in ogni figura che avrà l’onore di guidarci, resteremo eternamente delusi e derisi. Cosi come un allenatore professionista non può in quanto tale, nell`esercizio della sua professione, essere un tifoso, tanto meno del Napoli e quindi anti juventino. Ma veniamo alla cronaca sportiva.

Emozionato sì, ma fino a un certo punto. «Non è stato un salto dai dilettanti alla Juventus, il mio percorso è stato lungo e negli anni mi ha portato dalla Seconda Categoria alla Juve». Maurizio Sarri si prende la scena con la tranquillità dell’esperienza e le certezze dettate dalla consapevolezza. Sua, del suo percorso ma soprattutto di una Juve che l’ha scelto, fortemente voluto e strappato al Chelsea con un progetto sportivo ben preciso. «Il bel gioco e le vittorie non sono antitetiche» spiega, applicando di fatto la sua filosofia di gioco al mantra juventino dei successi come fine ultimo. Vederlo con la divisa ufficiale, nella stessa sala che fu cornice della presentazione di CR7 fa un certo effetto, e sulla tuta MS ha già le idee ben chiare. «La tuta? Non so se la indosserò durante le partite, parlerò con la società. Preferirei non andare in divisa sociale a bordo campo, spero che a questa età non mi mandino nudo…». E poi tutto su Napoli e il Napoli:

“Ho dato tutto per il Napoli. Negli ultimi mesi della mia esperienza in azzurro ho avuto un dubbio nei confronti della situazione che si stava venendo a creare – sottolinea – Poi la società mi ha tolto questo dubbio annunciando Ancelotti. Avevo offerte importanti in Italia ma ho preferito andare all’estero, dove ho vissuto una bellissima avventura in Premier League. Alcuni motivi personali mi hanno spinto a voler tornare nel mio paese e questo passaggio alla Juve è il coronamento di una carriera lunghissima e difficilissima, durante la quale penso di aver rispettato tutti. Al San Paolo mi applaudiranno o mi fischieranno, ma sarà comunque una manifestazione di affetto. Lo stesso che provo nei confronti dei tifosi napoletani. La chiamata della Vecchia Signora? Una sensazione forte, perché ho visto un club determinato a prendere un allenatore: questo mi ha convinto”.

 

 

 

 

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