Cultura

SCRIVERE DA BENEVENTO CON PASSIONE E SENTIMENTO. ANDANDO VERSO IL FUTURO

Nel carcere di Poggioreale l’associazione La Mansarda di Samuele Ciambriello ha promosso una rassegna dal titolo “La lettura libera”.Saranno presentati sei libri e regalati ai detenuti,successivamente i lettori incontreranno gli autori.Nel primo incontro sono stati recensiti “Il resto della settimana” di Maurizio De Giovanni” (ed.Rizzoli) e “In cò del ponte presso a Benevento”,a cura di Danila De Lucia (ed.Edimedia). Ecco la presentazione che ha fatto in carcere di quest’ultimo libro, Paola Marika.

 

Dalla indovinata citazione del titolo, che riprende i celebri versi del canto terzo del Purgatorio della Divina Commedia in cui Dante Alighieri presta la parola a Manfredi di Svevia, fino al susseguirsi dei racconti, tutta la raccolta vanta una scorrevolezza e armonica disposizione dei testi a cui si accompagna come ospite d’eccezione, eppur protagonista, la linea guida del libro: una ritratto di Benevento e paesi limitrofi che non si ferma alla mera descrizione paesaggistica che pur per bellezza potrebbe fare storia a sé , ma che lega questa agli usi e costumi di personaggi irripetibili. Così Benevento è “una strana città, viziosa e bacchettona “ dove “il voi è una forma di espressione che non smette mai di essere usata”, dove gli usi del popolo non cambiano mai. Partendo dall’amore al tempo dello stalking fino all’allenatore del Benevento calcio 1977 in Don Lillino e Chiricallo, è tutto un incasellarsi di soggetti che incarnano con paradigmi e originalità il carattere vivo e pulsante di un popolo. Una panoramica che non poteva non chiudersi con l’immancabile presenza delle streghe in Dacci oggi il nostro Sabba quotidiano: “- Perché mi hai portato qui a vederlo? – Perché tu non dimentichi mai da dove vieni, e perché non dimentichi mai che questa è la tua città”, una frase che da sola conduce il lettore al senso di questi scritti. Nel brevissimo excursus il racconto autobiografico di Samuele Ciambriello che, posto ad apertura dell’opera, la inaugura perfettamente, con autenticità ed esperienza vissuta che migliora l’empatia tra lettore e scrittore, favorendone il rapporto quasi che l’autore ti concedesse la confidenza di metterti a tuo agio nei suoi ricordi, pensieri e sentimenti. La bellezza, infatti, di questo racconto è che esso, non solo ci riporta a quei tempi e quei luoghi attraverso il filtro degli occhi di chi ne ha fatto esperienza, ma ci regala carattere e memorie di un uomo, le cui parole sono tutte intrise della stessa passionalità che ancora oggi lo anima. Nel racconto è un bambino ma è già completamente formata in lui quella sete di cambiamento, di progetto, di evasione dalle consuetudini comuni .Per questo evade dal proprio paese , per una forte sete di cambiamento. Per questo motivo il testo inizia “Dove inizia la libertà? “Per me è cominciata ad Airola”.Infine Il libro attraverso altre sfumature , ricorda ai lettori e non ,di non dimenticare le proprie origini ,in quanto rappresentano le radici di ognuno di noi”.

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