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SECONDO L’ISTAT IN ITALIA CI SONO 4 MILIONI DI LETTORI IN MENO

Secondo una recente ricerca fatta dall’Istat sono sempre più pochi gli italiani che leggono i libri. Oggi ci sono più di 4 milioni di italiani sparsi per lo stivale di lettori di libri in meno rispetto al 2010. Il 57,6% della popolazione non legge un libro da più di 6 anni. Dalla stessa ricerca dell’Istat pare che il 64,5% sono maschi e il 51,1% sono femmine. Queste invece sono le percentuali delle varie fasce d’età: Tra i bambini, l’aumento dei non lettori tra i 6-10 anni (+9,3%), tra gli 11-14 anni (+13,9%.) e tra i 15-17 anni (11,7%). Spesso i non lettori sono coloro che possiedono una licenza media; tra i laureati la percentuale scende al 25%; Tra gli uomini dai 25 ai 74 anni si attestano sul 62-66% e arrivano al 72,9% nella fascia dai 75 anni e più. Al contrario le donne non lettrici superano il 50% solo nella fascia oltre i 65 anni. Tra 11 e 24 anni le non lettrici sono il 38-42% e dai 25 anni la quota inizia a crescere, ma si mantiene sotto il 50% fino ai 64 anni. Da questa ricerca non può sorridere neanche il Sud: nel mezzogiorno i non lettori sono il  69,2% e con una punta del 73% in Calabria, il +13% rispetto al Centro (55,8%) e il +19% rispetto al Nord (49,7%). Un’eccezione è rappresentata dalla Sardegna dove i non lettori sono il 51,8%, cioè a livelli inferiori alla media nazionale.  Le percentuali si abbassano invece a Trento (43,7%), in Friuli (44,6%) e Bolzano (46%).  Grande l’importanza della famiglia dove si apprende l’abitudine alla lettura. Non a caso legge libri il 69,7% dei ragazzi con entrambi i genitori lettori. E sono i giovani tra gli 11 e i 14 i “forti” lettori di libri. Anche negli adulti tra 55 e 74 anni si registrano percentuali di lettura superiori rispetto alla media. Dall’indagine emerge poi che i lettori “forti”, che hanno letto almeno un libro al mese, sono la parte minore, ovvero il 5,7%. Questo è invece il commento di Giovanni Peresson, responsabile dell’Ufficio studi Aie e curatore del programma professionale di Tempo di Libri “Continuiamo a essere un mercato piccolo per confrontarsi con le altre grandi editorie europee. I bassi indici di lettura a loro volta influiscono sui fattori di innovazione del Paese e sulla sua crescita economica”.

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