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Senatrice Angelica Saggese: «Le primarie dell’11 gennaio? Forse non si faranno»

La senatrice Angelica Saggese, una dei candidati alle primarie del PD in Campania, è intervenuta telefonicamente, durante la trasmissione radiofonica del professor Samuele Ciambriello, in onda su Radio Club91. Il programma, che tratta diversi argomenti, ha sempre uno sguardo aperto sulla politica nazionale, ma soprattutto locale. E durante l’ultima puntata, dopo aver parlato di università, con Danilo Iervolino, il Presidente del CDA dell’Università telematica Pegaso, si è affrontato il delicato tema delle prossime primarie in Campania. Delicato, perché, recenti indiscrezioni affermerebbero che una frangia del PD campano, vicino a Renzi, D’Alema e Pittella, è già pronta a raccogliere le firme, per presentare un unico candidato alle prossime regionali. Notizia che, chiaramente, confermerebbe l’ipotesi, ormai diffusa da tempo, che le primarie in Campania potrebbero saltare. Anche la Senatrice Saggese, durante l’intervista, ha lasciato intendere che questa possibilità sembra diventare sempre più una certezza.

Di seguito, l’intervista del professor Samuele Ciambriello alla Senatrice Angelica Saggese.

Perché tanti giovani non s’iscrivono più all’università o chi è già iscritto, sceglie di lasciarla?

«Molti giovani la lasciano, perché l’università è selettiva, bisogna studiare, impegnarsi, quindi, non è facile arrivare al traguardo finale. E’ sempre stato così».

Possiamo dire che il passo universitario con quello lavorativo non camminano più assieme?

«Oggi è cambiata un po’la modalità d’accesso al lavoro, a volte ti chiedono qualità molto specializzate, per le quali l’università non da una formazione adeguata. Quindi, servono percorsi diversi di altro tipo. Il 3+2 consente un avviamento di possibilità per i giovani, soprattutto per chi non riesce ad arrivare fino in fondo».

Lei si candida alle primarie del PD, che si terranno in Campania l’11 gennaio, per la carica di Presidente della Giunta regionale, perché ha scelto di candidarsi?

«Mi sono candidata perché penso che questa regione meriti e necessiti un cambiamento vero, che non sia solo di belle parole, ma sostanziale. Bisogna davvero cambiare la Regione Campania e lo si fa mettendosi in gioco. Chi come me ha già un incarico istituzionale e decide di mettersi in gioco, lo fa soltanto per un senso di servizio e dovere verso la propria Regione, che ha tanto bisogno di una guida onesta e competente, che inizi un percorso di rinascita».

Questo PD è un partito di sgambetti, che non conosce i propri tesserati, dove sta andando il PD di Renzi secondo lei?

«A parer mio non c’è mai stato un PD con risultati così alti, così attrattivo, che io ricordi. Eppure faccio parte del partito da quando è nato nel 2007».

Quindi, il PD in Campania dove è diretto?

«L’11 gennaio ci saranno le primarie, vediamo se ci saranno, o se invece, visto il clima di tensione, può essere che saltino. Sarà l’assemblea regionale che deciderà il da farsi. Resta il fatto che io lancio un allarme, bisogno stare attenti, dopo ciò che è successo a Roma, dobbiamo fare attenzione su come verranno svolte le Primarie. C’è la necessità di stabilire un tetto alle spese, perché non è possibile che si facciano mega campagne elettorali, dobbiamo definire regole precise e controlli certi».

Lei, in questi ultimi anni ha visto un PD che ha fatto opposizione a Caldoro?

«Il PD sicuramente ha fatto opposizione rispetto a Caldoro, poi sicuramente si sarebbe potuto fare meglio e, essere più incisivi su alcuni temi, chi era stato eletto per svolgere il ruolo dell’opposizione ha abbandonato l’arca, quindi, c’è stata anche la necessità di un assestamento».

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