Cultura

SETTEMBRE AL BORGO, SARA’ MANNARINO A CHIUDERE IL QUARANTACINQUESIMO FESTIVAL

Il concerto-omaggio di Alessandro Mannarino dedicato a Fausto Mesolella chiuderà il Settembre al Borgo. Sul palco di Piazza Vescovado a CasertaVecchia, mercoledì 6 settembre, alle ore 21:30, il cantautore romano sarà il protagonista di “Quella note una chitarra”, il tributo più sincero alla memoria del chitarrista scomparso. Lo comunica l’ufficio stampa della 45esima edizione del festival casertano, dedicato appunto a Mesolella. Nella nota indirizzata ai giornalisti anche alcune dichiarazioni di Mannarino, che aveva con il musicista casertano un legame molto più che professionale: “ Fausto è stato uno dei fari più luminosi che ho incontrato lungo il mio cammino. Mi ha insegnato tanto, con il suo approccio all’arte, il suo salire sul palco, il suo modo di imbracciare la chitarra. Avere avuto la fortuna di stargli vicino, a pochi centimetri: questa è una cosa che non passerà mai, che sopravviverà alla sua morte “.  E poi continua Mannarino, già tra i protagonisti del settembre al Borgo del 2012: “Ho impressi nella memoria tanti ricordi e, sopratutto, il suo sorriso. Tornerò a Caserta così, con questo enorme bagaglio di emozioni. Salirò sul palco per omaggiarlo, con rispetto. Ci saremo io, Tony Canto e Alessandro Chimienti: con Fausto abbiamo fatto il tour “Carde”. Suoneremo come se lui fosse ancora li, in scena con noi. Forse metterò una sedia sul palco per lui. Magari, chiudendo gli occhi, mi sembrerà di sentirlo“. Tra gli aneddoti  che Mannarino ricorda con piacere c’è quello del  “maestro “: “mi rivolgevo a lui, chiamandolo così maestro e lui mi rispondeva così: “il maestro sta in cielo“. Fausto mi ha insegnato una cosa importantissima:  che ogni brano è il primo. Mi ha trasmesso l’importanza del suono. Lui era il suono. Mi diceva di starci attento, sempre e prima di ogni altra cosa. Nel corso del tour insieme ebbi un momento di debolezza e Fausto mi prese di petto e mi disse che dovevo smetterla, che avevo il dovere di raccontare la bellezza alla gente. Me lo disse come un padre e a quel momento qualcosa è cambiato. Fausto mi ha fatto vedere una strada che non conoscevo e oggi, quando cammino, sento di star facendo quel percorso“. Il cantautore prosegue: “ Non dimenticherò mai il gesto che faceva prima di iniziare una canzone: per farmi capire l’importanza di ogni accordo, mi guardava, tirava la sua mano su, verso l’alto come se prendesse la nota. Poi tirava giù la mano sulle corde e ” vai, orgoglioso” , mi diceva “. Il legame tra Mannarino e Mesolella è fortissimo, lo si capisce da ogni singola parola che il cantautore, oggi talento acclarato, della nuova scena musicale italiana, dedica al suo mecenate. ” Fausto mi voleva bene, parlava con tutti di me ed era sempre disponibile. gioiva dei miei successi come se fossero i suoi. Lo invitai a sentirmi suonare. Si commosse: sapeva godere dei successi degli altri. Mi ha visto crescere: quanto mi ha preso sotto la sua “ala” ero un ragazzetto che doveva capire ancora tutto della vita. Poco prima che ci lasciasse, eravamo sul palco insieme, uscii di scena lasciando spazio a lui. Suonò “Tulipani”. Poi mi disse che non gli era capitato che un’artista gli lasciasse il suo palco, il suo pubblico e il suo concerto, per farlo esibire. Gli risposi che era stato un regalo che avevo voluto fare al mio pubblico, per far capire a chi era venuto a sentirmi che c’era anche un “livello successivo”, qualcosa di molto più bello di quello che facevo io“. Prima, nel 2013, era stato “Cordè”, un lungo e fortunato tour per sole chitarre, che ha rinsaldato, semmai ce ne fosse stato bisogno il legame tra Mannarino e Mesollella:” l’idea di fare quel tour mi spaventava: ero sempre stato accompagnato da una banda, ma cominciai ad avvertire il bisogno di abbassare i toni, di sperimentare cose nuove. Volevo, dopo tanto vociare ” tornare a suonare”, e Fausto era la persona giusta per questo  esperimento . Fu un bel tour, il più bello della mia carriera”. Poi Mannarino aggiunge un particolare: ” sulla sua chitarra mise dei brillantini, diceva che erano zingari, che l’Insanguinata era diventata un pò zingara in quei live. fausto aveva un rapporto viscerale con la chitarra. Ci parlava, era la sua donna. Quando finiva un pezzo, la prendeva e se la metteva davanti perchè prendesse gli applausi del pubblico. Quella chitarra era il suo grande amore. La musica per lui, è stata una storia d’amore”. Mercoledì 6 settembre, sul palco all’ombra della cattedrale  si esibirà Mannarino, da “Me so ‘mbriacato” a “Vivere la vita”, sarà una grande festa la serata conclusiva al Borgo, infatti non mancheranno i brani del suo ultimo album di inediti, “Apriti cielo”. ” Da Fausto ho imparato tantissimo”, è la conclusione di Mannarino, “non solo in sala prove ma, semplicemente avendo la possibilità di stare  a contatto con un artista del suo calibro, un artista gigante. Solo a spiarle persone così impari tanto, le cose ti entrano sotto pelle. A Caserta torniamo orfani. Anche se Fausto sarà sempre con noi”.

(ONDA WEB TV)

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