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SIBILIA (M5S): “UNA SOLUZIONE PER GLI OPERAI DELL’ISOCHIMICA DI AVELLINO”

Uno degli operai più anziani dell’Isochimica, ad Avellino, è deceduto, neanche un mese fa, a causa degli effetti dell’amianto, andandosi ad aggiungere all’elenco delle vittime dello stabilimento, prima che potesse prendere parte al processo di cui si era costituito parte civile.
«Non si deve più temporeggiare. Sono trascorsi altri mesi che vanno ad aggiungersi ai troppi anni che pesano come macigni sulla soluzione per gli operai dell’Isochimica di Avellino». Così il deputato Carlo Sibilia, che fa sapere di aver inviato, con i colleghi del Movimento 5 Stelle in Commissione XI Lavoro della Camera, al presidente Cesare Damiano e ai vice Polverini e Rizzetto, una richiesta per l’audizione di una delegazione di ex dipendenti della fabbrica dei veleni di Borgo Ferrovia.
«E’ inaccettabile che stia passando inutilmente ancora tempo – dichiara il portavoce avellinese – tempo utile che il Governo avrebbe dovuto utilizzare per emanare i decreti attuativi ed il conseguente regolamento del fondo previsto dalla legge di stabilità 2016 che consente ai lavoratori affetti da patologie gravi ed inguaribili di essere accompagnati alla quiescenza».
«A distanza di trenta anni – continua il parlamentare 5 Stelle – è ancora necessario sollecitare chi di competenza per mettere la parola fine ad una delle pagine più lunghe e dolorose della provincia di Avellino e non solo. Finalmente abbiamo la norma che mancava. Ora spetta al Governo darvi piena esecuzione e soprattutto farlo nei tempi più rapidi. Per questo abbiamo sollecitato il presidente e i vice della Commissione Lavoro affinché, dopo aver audito gli ex operai dell’opificio di Borgo Ferrovia, facciano pressione sul Governo».
«Qualche settimana fa abbiamo purtroppo dovuto piangere un’altra vittima dell’amianto, mentre è di qualche giorno fa la notizia secondo cui le carrozze avvelenate dell’Isochimica sarebbero state interrate a Firenze in un’area oggi destinata ad ospitare un impianto sportivo. Abbiamo il dovere di voltare pagina una volte per tutte e di farlo nel migliore dei modi, cioè restituendo a quei lavoratori ciò che spetta loro di diritto per continuare ad avere una vita dignitosa e serena» conclude Sibilia.

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