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SIRIA , RAQQA PROCLAMATA CAPITALE DELLO STATO ISLAMICO

Raqqa, città siriana proclamata capitale dello stato islamico (IS), sembra che questa nazione non riesca a trovare il bandolo della matassa, in discussione ancora una volta è la pace, termine quest’ultimo sempre più raro da pronunciare in questi territori impervi, a complicare le cose questa volta sarebbe il ritrovamento di una fossa comune contente all’incirca duecento corpi. Il tutto è collegato a Raqqa, città quest’ultima, ex roccaforte jihadista nel nord della Siria. La notizia sarebbe stata diffusa all’emittente Al Arabiya da un funzionario della città, Abdallah Al Eriane, che ha parlato di un bilancio di ritrovamento approssimativo di circa cinquanta corpi recuperati finora. La fossa, risulta essere stata scavata sotto un campo di calcio, nei pressi di un vicino all’ospedale, dove i combattenti dell’Is, trovarono riparo trincerandosi alla buona, prima di essere cacciati dalla città nell’ottobre del 2017. La battaglia, condotta dalle forze curdo-siriane con l’aiuto degli Stati Uniti, lasciò esanime circa 3000 persone in cinque mesi, tra cui non meno di 1000 civili. Furono uccisi oltre 250 bambini e circa 200 donne. Stando a fonti locali, non sarebbero a tutt’oggi chiare , se i cadaveri appartengano tutti a civili uccisi dall’Is o anche, in parte, a miliziani e soldati morti nei combattimenti.

L’area limitrofa e nella stessa area di Raqqa, non desta più una sorpresa ritrovare fosse comuni, sembrerebbe che il numero sia destinato sempre più a crescere. Lo scorso febbraio, nel circoscrizione di Ramthan, parte ovest della città, sono stati portati alla luce, decine di cadaveri. Va sottolineato, che, nonostante le pesanti sconfitte subite, l’Is nel territorio Siriano appare ancora ben radicato, continuando a controllare sacche di territorio, mentre a sud di Damasco, ieri per il terzo giorno consecutivo le forze governative hanno compiuto pesanti bombardamenti aerei e di artiglieria. Colpendo in più occasione il quartiere di Hajar Al Aswad, occupato da anni da forze jihadiste insieme al vicino campo profughi palestinese di Yarmuk. Venerdì scorso, è stato raggiunto un accordo, tra il governo e le forze dell’Is, permettere un’evacuazione dei miliziani verso regioni ancora controllate dai jihadisti. Ad oggi non è chiaro se l’intesa è stata rispettata, fatto sta, che dopo giorni e giorni di attesa, dopo giorni di stallo e di reciproche accuse, gli ispettori dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) hanno potuto visitare uno dei siti del presunto attacco chimico dello scorso 7 aprile a Duma. che ha causato la successiva reazione di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia.

Raffaele Fattopace

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