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SPECIALE POLITICA A RAGGI X CON IL DEPUTATO CAMPANO GIUSEPPE DE MITA

Su Julie Italia, canale 19, Samuele Ciambriello intervista il deputato campano, Giuseppe De Mita, inseguendo un ragionamento sulla politica a raggi X, sulle questioni sociali, sulle questioni economiche, sui dilemmi europei, sull’ attualità che oggi è sempre più pregnante. Il segretario dell’UDC ha parlato del suo impegno politico come una responsabilità nei confronti di se stessi, avendo in sé la vocazione  di coniugare radicalità di scelta con radicalità territoriale. Alla domanda riguardante le luci e le ombre  di De Luca sull’innovazione e sul potere decisionale, il deputato ha così espresso la sua opinione : “Non credo a chi veste i panni di Prometeo, credo che i problemi siano più profondi, più radicati nella nostra regione e per estirparli non basta la bacchetta magica“. Infatti si inizia a parlare della questione ramosa, tutta campana, sui dilemmi  trasporti, sulla sanità, sulle infrastrutture e il politico  parla  di un approccio virale, determinato di fronte alle questioni politiche perturbanti rischia di trasferire alla pubblica opinione un’idea imprecisa. “A distanza di due anni la Regione Campania si usura ancora con il problema della spesa dei fondi comunitari, problema della spesa dei fondi comunitari, problema della sanità, articolazione dei poteri degli enti locali. Il rapporto tra regioni e comuni è amplificato dal fatto che le provincie sono state semicancellate. Questo ci dice che la dinamica amministrativa ha un valore ma non bisogna confondere i problemi con la velocità amministrativa. Negli ultimi due anni le politiche sociali sono solo annunciate, il governo ha fatto dei tagli”,continua De Mita. Nel corso della puntata, “Speciale politica a raggi X”, si è anche parlato del connubio tra ricerca e politiche sociali, due pilastri fondamentali per cambiare la vivibilità e il benessere delle famiglie, in questo caso i fondi europei nella logica della spesa fine a se stessa, si è immaginato che spendere mettesse in circolo risorse che in qualche modo avrebbero favorito i cambiamenti della Campania, a tal proposito, De Mita si è così espresso: ” L’esperienza politica ci porta a dire che se si spendono soldi senza avere un’idea. La quantità dei soldi che si spendono può essere anche molto cospicua ma non si ottengono risultati se si ha un’ idea ben precisa del livello di sviluppo locali o territoriali che si vuole ottenere, ma possono essere sufficienti anche pochissime risorse perché avendo chiaro un obiettivo, questo viene perseguito in questa logica“. Si e poi parlato di una curvatura nel processo storico che stiamo vivendo per cui il modello economico che garantiscono le condizioni di vita vanno in crisi, in questo De Mita si è così espresso: “ Le classi economiche delle comunità che vanno in crisi ci mettono mediamente venti o trenta anni capendo che il modello che le ha mantenute in vita deve essere superato. Noi entriamo in crisi negli anni 90 e ci sono voluti vent’anni abbondanti per capire che la crisi poteva essere superata non dividendo i buoni dai cattivi, i veloci dai lenti, i giovani dai vecchi” e poi ” Si tratta di comprendere le ragioni di fondo che hanno messo in crisi  il modello economico sociale che dal dopoguerra fino agli anni 80 ha garantito condizioni di crescita del nostro paese”. In seguito, parando di politica estera e di questione europea, temi caldi che sono al centro del dibattito pubblico, ci si è concentrati su Macron che ha vinto le elezioni in Francia, e che può portare venti di cambiamento per i centristi e i moderati in Italia, a tal proposito il deputato ha così sentenziato: ” Macron attinge allo stesso bacino elettorale  dei nazionalisti. L’elettorato dei nazionalisti non è di destra così come quello del Movimento Cinque Stelle, è invece un miscuglio di paure e preoccupazioni, di ansie che non vedono nella classe dirigente un riferimento e che quindi si aggrappano a questa voglia di rottura. Macron interpreta un sentimento di radicalità”. Uno dei temi caldi dell’intervista è stat la giustizia a due velocità che si è acuita sulla metà degli anni 90, dove si è addebitata alla giustizia una sorta di funziona moralizzatrice dove secondo De Mita : ” Il punto non è l’intervento della magistratura nella giustizia, il punto è la capacità di autorigenerazione in termini etici, non morali da parte dei soggetti che agiscono all’interno della società“. In termini di desideri sulla scena politica e sulle manovre che devono intercedere per mirare ad un assetto, per quanto possibile, equilibrato della sfera giustizia del paese oggi in recessione, De Mita, ha così risposto: ” Io vorrei che la politica avesse l’autorevolezza per segnalare all’ordine diverso della magistratura il proprio limite ma per fare non deve rivendicare se stesso in astratto ma deve avere una capacità di autorigenerazione”. Oggi conta molto di più la prepotenza, l’aggressione per ottenere democrazia una volta che si sono perse le “gabbie” che donavano sicurezza alle persone, garantendo lavoro, scuola, diritti di libertà che odiernamente sono divenuti diritti da ottenere con la prepotenza, in un’Italia che è diventata a sua volta “prepotente” con il suo popolo. Le maglie delle fila politiche si stanno smembrando, si guarda all’Europa con occhio vigile e il cuore in gola per una situazione economica che non fa più “girare ” la motrice del mondo; come se il mondo si stesse arenando nelle sue maglie.

L’ intervista è visibile sul canale 19, Julie Italia, alle ore 22:00 e domani ( 28 aprile) alle ore 18:55.

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