Cultura

TEATRO / FILOSOFIA / PSICANALISI a Sapri, domenica 29 settembre, le audizioni per il laboratorio Διώνυσος

Διώνυσος è un laboratorio esistenziale, un’esperienza totalizzante, potente, esclusiva; è un atto mediante il quale si “acquista la conoscenza di qualcosa di particolare”. La densa riflessione di Nietzsche intorno alla tragedia e alle motivazioni che contribuirono alla sua nascita invogliano a immaginare e a realizzare un percorso originale attraverso l’arte, che dunque non è fine ma mezzo per divellere zolle di una esistenza impilata negli stigmi della ordinarietà sociale in favore della essenza più pura del partecipante prima e successivamente dello spettatore.

Dioniso è certamente il dio che più di altri agisce nelle latebre dell’essere, colui che afferra le verità nelle viscere di ogni uomo e le impone alla coscienza degli astanti: è il dio che mostra la nudità dell’uomo, non senza trasformarlo.

I partecipanti, per aspirare a una dimensione di potenza e di coinvolgimento totalizzante, debbono ritrovarsi in un agone riflessivo ed emotivo fortemente agente: il furor non può che coinvolgere sul piano del pathos e dell’ethos aspirando alla rivelazione delle essenze. L’uomo è in origine puro, ma il tempo e le contingenze lo corrompono: Dioniso, attraverso l’arte, agisce per ridestare la purezza in cui risiede il germe della bellezza umana.

Per queste ragioni non esiste un testo di riferimento, se non nei rimandi che la letteratura ha tracciato sul dio della sfrenatezza: il testo è puro canovaccio. La vera drammaturgia del laboratorio consiste più che altro nella musica. Temi musicali scritti appositamente per il laboratorio, distinte in quadri e sequenze che muovono dapprima dall’esterno verso il viscerale e in un secondo momento dal profondo delle latebre verso l’espressione esterna e condivisa. Gli interpreti, evocati dal lavorio della musica, dai suoni inclusivi, dal gesto atavico, dal movimento del corpo, intraprenderanno un percorso di esplorazione e conoscenza che li condurrà verso la consapevolezza di sé e l’espressione di sé. Il viaggio attraverso le emozioni più sottese incontra ed elabora la paura della separazione che induce a percepire la condizione di precarietà e di pericolo; il senso più acuto e più intimo del messaggio dionisiaco fonda probabilmente la sua azione sull’incontro con la paura e con la reazione che ne deriva. È fondamentale che il partecipante del laboratorio si rispecchi e si riveda nella azione che solo l’arte del teatro può, coi suoi meccanismi, richiamare in vita. Sapienza e potenza sono due parole chiave per cucire il telos della narrazione: appunto, una messa in vita, più che in scena, delle prerogative essenziali degli individui.

Se i greci inventarono la tragedia e la divulgarono nel momento d’auge della loro civiltà non fu certamente per secondarie questioni estetiche; la sua potenza è dirompente, rinnovatrice, edificante. Ha la prerogativa, la tragedia, di destituire e poi edificare, smantellare e ricostruire con vigore nuovo, autentico, sublime.

Per queste ragioni il laboratorio richiede un notevole sforzo da parte delle molteplici sfere dell’individuo: del corpo e della percezione/consapevolezza del corpo; della mente e del suo potenziale; delle emozioni; della creatività e della sua capacità di elaborare immagini e situazioni; della spiritualità attraverso l’ascolto armonico delle essenze insite ed esterne.

Il percorso mira a esplorare alcune componenti umane, come l’intuito, la concentrazione, il significato del suono della voce, la comunicatività del gesto, l’impegno, il sacrificio, la volontà, la percezione, per migliorarne il potenziale e per promuovere un approdo di confluenza verso esiti espressivi attraverso l’arte e la tecnica del teatro, che in un tale disegno è un mezzo, uno strumento, e non il fine estetico dell’azione. Ciò ambisce a costruire il progetto Διώνυσος.

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