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Teheran. L’Iran si conferma moderato: Rohani eletto presidente per la seconda volta.

Economia,politica estera,diritti umani e apertura all’esterno,su questi temi il moderato Rouhani,al secondo mandato,dovrà manifestare maggiore forza.Per ore e ore gli iraniani venerdì sono rimasti in fila per votare. Pazienti, allegri, responsabili. Da Teheran ad Isfahan, fino ai villaggi più sperduti del gigante persiano il 70 per cento degli elettori si è mobilitato per un’elezione presidenziale delicatissima. Un vero referendum, un ballottaggio anticipato fra due candidati (su 4 rimasti in gara) che erano espressione delle due grandi fazioni in cui si è diviso l’arcipelago politico del Paese. Il risultato del voto offre altri 4 anni al presidente uscente Hassan Rouhani, 68 anni. Quando il controllo dei voti al Ministero dell’Interno è quasi terminato, Rouhani è in vantaggio col 56,30%, mentre il suo rivale conservatore Ebrahim Raisi, 56 anni, si ferma al 38,99, quindi sotto il 40 per cento. Da ieri notte la partecipazione al 70 per cento lasciava sperare ai sostenitori di Rouhani che il presidente potesse essere confermato con un buon margine. E così è stato

«Le miniere devastate non possono vivere con le vuote promesse di Rohani», ha gridato sdraiato sulla fredda lamiera del cofano nero dell’auto presidenziale. Le urla del minatore di Zemestanyurt, a inizio mese, sono state una gelida ventata di protesta sulla delegazione del presidente Hassan Rohani in visita alle famiglie delle 42 vittime del tragico incidente avvenuto pochi giorni prima nel giacimento di carbone.

Gli stessi cori capaci di sovrastare la propaganda delle parate del primo maggio: sicurezza sociale per le classi meno abbienti, ritardo nei pagamenti, la copertura e la disoccupazione stagionale le richieste più frequenti. Spontanee o preparate ad arte, queste proteste sono il grido di battaglia di una campagna presidenziale più aspra del solito in Iran.

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