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Terra dei Fuochi, Caldoro: «Se ci dividiamo, vince chi ha inquinato»

La polemica sulla Terra dei Fuochi e la strategia comunicativa della Regione Campania è esplosa platealmente in occasione del concerto di Capodanno organizzato a Napoli, in piazza del Plebiscito, e animato da Gigi D’Alessio. In diretta nazionale, il cantante partenopeo, che ha anche prestato la sua musica per lo spot “Campania SiCura” e prenderà parte a un docufilm sul tema, aveva affermato che solo l’1% del territorio campano è inquinato, sottolineando l’urgenza di valorizzare i prodotti agroalimentari del territorio napoletano. Apriti cielo! Le parole di D’Alessio hanno innescato duri commenti da parte di chi da tempo è impegnato nella battaglia per la bonifica di Terra dei Fuochi e teme che dietro il messaggio di quel solo 1% contaminato ci sia la volontà di spegnere i riflettori sul problema, di insabbiare colpe, alleggerire il peso che grava sui responsabili dello scempio e archiviare i buoni propositi di bonifica e di screening della popolazione, che intanto continua a morire. Dalle mamme coraggio a don Maurizio Patriciello, tutti hanno puntato il dito contro D’Alessio. Antonio Marfella, oncologo dell’Isde, l’associazione dei medici per l’ambiente, non ha risparmiato il sarcasmo: «Ci incoraggiano a mangiare prodotti Dtc, Di Tombamento Certificato». Nei confronti di D’Alessio l’accusa più politicamente corretta è quella di essere essersi prestato a un’ipocrita operazione della Regione. Anche “Servizio Pubblico” di Michele Santoro è intervenuto nella questione annunciando un nuovo speciale con Sandro Ruotolo dai territori contaminati e la partecipazione del cantante alla puntata.

Quelle parole avevano in realtà lo scopo, come tutta la campagna di comunicazione pensata da Luigi Crespi per la Regione Campania, di sostenere le aziende campane che vedono messa a dura prova la loro immagine e quella dei loro prodotti proprio nell’anno dell’Expo di Milano dedicato all’alimentazione. Di qui la difesa a mezzo Facebook del presidente Stefano Caldoro che scrive: «Solo chi è in malafede vede nella campagna di comunicazione della Regione solo una parte e non l’altra! Si è deciso prima di tutto di ricordare con attualità “Terra dei fuochi” e la sua emergenza (il video del nonno e del nipote è molto chiaro) con tutto quello che Governo e Istituzioni locali hanno messo in campo su bonifiche controlli e sanità – centinaia di milioni di euro – e poi evidenziare come i nostri prodotti sono sani oltre che buoni e soggetti a controlli di qualità come nessuno in Europa. Questa è la verità piaccia o no. Verità che, come sempre, non sta mai dalla parte di chi vede il mondo con lenti manichee. Un richiamo all’equilibrio non guasta per evitare di cercare polemiche anche quando non servono. Le forze sane devono rimanere unite e continuare il duro lavoro. Se le dividiamo vince chi ha inquinato».

«Provo a rispondere un po’ a tutti – continua il governatore sulla sua pagina Facebook incalzato dai commenti di semplici cittadini – Soprattutto a chi ha dubbi e mi scuso se non lo faccio con ognuno di voi.
Sia chiaro. Parlo di Terra dei fuochi perché sia sempre alta l’attenzione. Perché il problema esiste e in troppi se ne dimenticano, noi no. Prima del 2010 non un euro, non una bonifica. Oggi ci sono le risorse e con le autorità competenti dobbiamo evitare che arrivi chi ha inquinato. I numeri sono li, basta leggere un bilancio per avere idea delle risorse. Gli screening per i tumori sono partiti, in ogni casa stanno arrivando le lettere. Stiamo difendendo i prodotti per difendere le imprese e chi ci lavora. Possiamo di fare di più? Certo. Sempre di più. Ma se non stiamo dalla stessa parte, facciamo il gioco di chi ha avvelenato. Io non voglio questo e non girerò mai la faccia da un’altra parte. Per il fenomeno roghi la Regione sostiene i Comuni. Con risorse e progetti come mai si è fatto. Poi ad altri tocca il controllo del territorio. Sul sito della Regione e nella sezione Terra dei fuochi (che chiederò sia ancora più chiara nei prossimi giorni) potete leggere tutti gli atti e le leggi approvate».

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