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TERRA DEI FUOCHI. MARFELLA: “BASTA POLEMICHE. SERVE UNITA’ E COLLABORAZIONE. A CANTONE CHIEDO DI COMBATTERE LA PIAGA DELL’EVASIONE FISCALE”

In un’intervista rilasciata al quotidiano ‘Il Foglio’ dello scorso sabato 2 gennaio, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, riguardo al rapporto ambiente malsano – salute nella ‘Terra dei fuochi’ si è così espresso: «Io rispetto don Patriciello, ma lui non è un medico, non è uno scienziato e nemmeno un poliziotto. Si è fatto un collegamento acrobatico tra i rifiuti interrati e l’ insorgenza dei tumori. Un collegamento smentito dai tecnici. Ne è venuto fuori un pasticcio incredibile». L’affermazione di Cantone e i dati riportati dall’Istituto Superiore della Sanità hanno fatto molto discutere.

Per fare chiarezza sui punti fondamentali della questione abbiamo intervistato il  dottore Antonio Marfella, Tossicologo oncologo, Componente Osservatorio Ambientale indipendente di Acerra, Dirigente Responsabile SSD Farmacoeconomia presso la Direzione Sanitaria Aziendale dell’IRCCS Fondazione Sen. G. Pascale. Marfella è autore, ad oggi, di oltre 100 tra pubblicazioni e comunicazioni scientifiche recensite.

 

Dott. Marfella, è ormai nota a tutti la polemica scaturita dalle parole di Raffaele Cantone in merito alla questione “Terra dei Fuochi” e all’impegno  di Don Maurizio Patriciello. Un Suo commento da “tecnico”.

Purtroppo, stando agli ultimi dati, la situazione peggiora e di conseguenza l’impegno da parte di ognuno di noi, in base alle proprie competenze, deve essere maggiore. Il problema principale della Terra dei fuochi è l’evasione fiscale delle piccole e medie industrie diffuse sul territorio che producono circa seimila tonnellate al giorno di rifiuti speciali in regime di evasione fiscale. Chi ha il dovere di contrastare questo fenomeno ha un ruolo fondamentale. Il nostro Presidente Sergio Mattarella ha invitato tutti a lottare contro l’evasione fiscale; il suo di conseguenza è un invito a lottare contro Terra dei Fuochi. Questo è l’impegno che viene richiesto al Magistrato Cantone che, per discutere di dati epidemiologici deve rivolgersi a me e non a Don Maurizio Patriciello che ha soltanto il compito di sollecitare l’attenzione morale. Nel 2006, quando abbiamo iniziato la battaglia contro Terra dei Fuochi, il parametro ISTAT (Aspettativa di vita alla nascita) era soltanto di due anni per la provincia di Napoli (quindi anche di Giugliano), nel 2015 ha raggiunto i 3.6 anni di vita media in meno di ogni bambino che nasce in provincia di Napoli rispetto a ogni bambino che nasce a Firenze e meno 3 rispetto ai bambini nati a Milano (città inquinatissima). L’unico appello che rivolgo al Magistrato Cantone è la richiesta di un impegno maggiore.

 

Sui rifiuti radioattivi si è sempre fatta molta confusione. Proviamo a fare chiarezza.

Si fa molta confusione perché i rifiuti urbani di cui si parla troppo, rappresentano non più del 15% del totale dei rifiuti e lo dicono i dati ufficiali. I rifiuti vanno distinti in 3 categorie: il rifiuto urbano (6.000 tonnellate al giorno in Campania), il rifiuto speciale legale (22.000 tonnellate al giorno in Campania) e il rifiuto speciale prodotto in regime di evasione fiscale (6.000 tonnellate al giorno). La terza rappresenta la categoria dannosa per la salute e compromette la corretta gestione delle altre due. Il mio appello al magistrato Cantone è rispettare l’impegno richiesto e combattere la piaga dell’evasione fiscale: questa è la prima azione sanitaria di contrasto ai dati allarmanti. La strada da percorrere, a mio avviso, è la riduzione delle tasse sul lavoro. L’obiettivo è diminuire il parametro ISTAT e come medico sono preoccupato. In Campania da sempre abbiamo il problema dei rifiuti radioattivi ospedalieri perché non abbiamo impianti per tale situazione: è bastato fornire un contatore geiger ai vigili urbani a Napoli per verificare che nei pressi dell’ospedale Monaldi qualche mese fa sono stati rintracciati undici camion ASIA di rifiuti radioattivi. Per mancanza di controlli, questi rifiuti radioattivi prodotti in regime di evasione fiscale hanno un tempo di dimezzamento non superiore a sei mesi. Dal momento dell’interramento a quello della denuncia passano almeno sei mesi e le attività inquirenti hanno una durata minima di nove anni: è evidente che c’è tutto il tempo affinché il rifiuto radioattivo decada. A Villa di Briano, come dichiarato da Schiavone, sono presenti in ogni luogo rifiuti speciali ospedalieri prodotti in regime di evasione fiscale all’interno dei quali non possono non esserci rifiuti radioattivi. Questi rifiuti speciali non hanno ancora trovato un loro sito speciale di smaltimento. Il problema è grave. Ad esempio il Pascale investe tantissimo per lo smaltimento dei rifiuti speciali, ma poiché in Italia non esiste un valido controllo satellitare dei flussi di rifiuti speciali ospedalieri (non si controllano i tir) quello che succede una volta che i rifiuti lasciano l’ospedale nessuno lo sa. Questo è un altro punto su cui richiediamo l’intervento dell’autorità anticorruzione.

 

La relazione completa dell’Istituto superiore della Sanità su “Terra dei Fuochi” è stata pubblicata da ARPA Toscana e non da ARPA Campania. Come mai?

Da venti anni a questa parte i dati ci sono e vengono trasmessi al centro, ma a livello locale non vengono minimamente resi noti. Dal 2006 ho preso atto di questa situazione e da “ricercatore” sono diventato “divulgatore”: ho iniziato a divulgare dati ufficiale anche attraverso i social. Purtroppo, il sito dell’ARPA Campania raramente funziona e non è un caso che sono costretto a utilizzare il sito di ARPA Toscana per raccogliere e argomentare i dati ufficiali. Paradossalmente l’ARPA Campania gode di un bilancio annuale doppio rispetto a quello di ARPA Toscana. Inoltre leggo una serie di informazioni su attività e controllo di realtà industriali locali a impatto ambientale che l’ARPA Toscana effettua e l’ARPA Campania non effettua. Non è un caso e non riguarda la genetica, la differenza tra durata media della vita in provincia di Firenze e in provincia di Napoli: si tratta di mancato controllo territoriale e ambientale che va considerato a tutti gli effetti in ambito sanitario.

 

 

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