Cultura

Un grido di coraggio e solidarietà che parte da Napoli per abbracciare tutto il mondo: è questo e tanto altro il Festival del Cinema dei Diritti Umani

Un grido di coraggio e solidarietà che parte da Napoli per abbracciare tutto il mondo. E’ questo e tanto altro il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, giunto alla sua IX edizione, in programma fino all’ 11 novembre.
Un’occasione per parlare di diritti, uguaglianza, giustizia e verità che dà voce a chi voce non ha.
Il Festival è partito da un luogo simbolo, il carcere di Poggioreale, dove Lunedì 6 novembre, è stato proiettato il documentario del regista Antonio Manco “Ni un pibe menos”, costato all’autore quasi tre anni di vita in una delle favelas più povere e pericolose di Buenos Aires. Si è dato così spazio ai detenuti, cercando di oltrepassare i muri e le sbarre della loro quotidianità. In serata l’incontro con Erri De Luca ha emozionato il pubblico dello Spazio Comunale Forcella, rapito dalle parole più belle dello scrittore napoletano. A contribuire al successo della giornata d’inizio la proiezione del film di Alessandro Negrini “Paradiso”, le meravigliose foto di Mario Dondero, accompagnate dai racconti della compagna Laura Strappa e la proiezione del documentario sulla Terra dei Fuochi “TerraPromessa” di Mario Leombruno tenutasi presso la cooperativa “E Pappeci” di Mezzocannone.
La seconda giornata del Festival ha invece visto come protagonista Ilaria Cucchi. Una testimonianza cruda ed emozionante che ha tenuto col fiato sospeso il numeroso e giovanissimo pubblico accorso all’ ex Opg “Je so pazz”. Il dibattito dal titolo “La tortura tra prevenzioni e sanzioni” è stato moderato dalla Dottoressa Valentina Ripa, membro del Direttivo del Festival ed ha permesso di sviscerare ed ampliare il tema della tortura e della dignità umana negata in Italia. Insieme ad Ilaria Cucchi sono intervenuti Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, Antonella Leardi, mamma di Ciro Esposito, ucciso a Roma nel pre-partita col Napoli e il papà di Davide Bifolco, il 17enne sparato da un carabiniere nel quartiere Traiano. Nel pomeriggio un approfondimento sulla Bosnia e i Balcani, coordinato da Gianmarco Pisa ha fatto luce sugli orizzonti di pace e riconciliazione.
“Abbiamo scelto uno slogan -afferma Maurizio Del Bufalo-che contiene tre simboli:il mare, quello che unisce i popoli ma può anche separarli, i muri, che hanno trovato tanti profeti in questi anni di migrazioni, e il filo spinato, che un tempo segnava le trincee nei conflitti ed oggi dovrebbe proteggere le società opulente dagli sguardi di chi fugge dall’inferno, in cerca dei propri diritti. Il mare, i muri e il filo spinato sono tre icone che ricordano un passato di forti egoismi che incoraggia nuovi autoritarismi, altre diseguaglianze e altre sofferenze. Per noi, al contrario, essi rappresentano una sfida, sono limiti da superare perché tutti gli uomini possano diventare finalmente padroni del mondo, liberi di muoversi e vivere in ogni luogo delpianeta. Il Festival è un momento di incontro che aspettiamo ogni anno con grande emozione e I film che questa IX edizione propone sono storie che interrogano la nostra coscienza per spingerci a decidere da che parte stare e, talvolta, ad aggregare i più coraggiosi attorno a campagne di lotta e di resistenza”.
“Parliamo di Diritti Umani attraverso gli occhi di tanti registi e di giornalisti, attivisti, protagonisti che hanno toccato con mano cosa vuol dire opporsi alla guerra, alla violenza, agli interessi delle lobby e dei governi di ogni latitudine. Per noi il cinemado cumentario è certamente un osservatorio privilegiato di lettura di ciò che accade nel pianeta; i nostri protagonisti sono detenuti, profughi, poveri, ma anche uomini delle istituzioni con la schiena dritta, che non si lasciano corrompere e sopportano gli attacchi della stampa e della politica del palazzo. Insomma gente semplice che da grande non voleva fare l’eroe, ma alla fine è stata costretta a battersi per non soccombere all’ingiustizia. E a loro è dedicato questo modo di fare Festival senza rumore, al loro sacrificio e al loro impegno”

PARLARE DI DIRITTI ATTRAVERSO IL CINEMA: LE OPERE IN CONCORSO
Al bando di concorso della IX edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli hanno risposto autori provenienti da circa 50 paesi del mondo, da tutti i continenti, per un totale di 197 lavori. Le opere presentate trattano tutti i principali temi dei Diritti Umani: Ambiente, Migrazioni, Rifugiati, Profughi, Sparizioni forzate, Tortura, Salute mentale, Diritto all’istruzione, Diritti dei bambini, Povertà, Violenza, Diritti delle donne, Diritti dei lavoratorie il gruppo di lavoro del Concorso cinematografico ha selezionato 20 film: 9 cortometraggi; 7 lungometraggi e 4 animazioni. I Paesi rappresentati nei film in selezione sono: Palestina, Usa, Italia, Grecia, Belgio, Bangladesh, Germania, Turchia, Norvegia, Argentina. Le storie sono ambientate in Palestina, Kenya, Italia, Grecia, India, Bangladesh, Myanmar, Turchia, Serbia, Cile, Palestina, Cina. E’ possibile assistere alle proiezioni, completamente gratuite, tutte le sere allo Spazio Comunale Forcella, Via Vicaria Vecchia, 23. Il programma è consultabile sul sito http://www.cinenapolidiritti.it/web/2017/10/25/ix-festival-concorso-cinematografico-i-film-selezionati/

CONTINUANO GLI EVENTI
Sono ancora tantissimi gli appuntamenti del Festival del Cinema dei Diritti Umani. Mercoledì 8 novembre allo spazio comunale Forcella si parlerà di disagio mentale, numerosi gli ospiti, tra cui “E Zezi”. Giovedì sarà la volta delle “stragi silenti”. Un incontro sull’uranio impoverito e uno su Giulio Regeni. Venerdì le donne migranti avranno la parola, raccontando desideri e speranze.Si discuterà, inoltre, di accoglienza. Sabato un ospite atteso prenderà parte in mattinata alla giornata di chiusura del Festival. Mimmo Lucano, sindaco di Riace, racconterà al Mascho Angioino, la sua battaglia per i diritti dei migranti.
Il programma completo: http://www.cinenapolidiritti.it/web/2017/11/04/ix-festival-il-programma-completo/

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