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UNA GIORNATA “DA INCUBO” AL PRONTO SOCCORSO DEL CARDARELLI

Una giornata al pronto soccorso del Cardarelli sicuramente fa capire che la sanità non funziona, la diminuzione dei pronto soccorso sicuramente ha pesato. Non so se è colpa del governo o della regione ma qualcuno se ne deve fare carico e porsi il problema. Ma la prassi del pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli pure dovrebbe essere rivista. Se porto mia madre al pronto soccorso dopo una caduta è perchè mi aspetto che questa sia prontamente soccorsa, invece no, non si sono nemmeno degnati di guardare la ferita, in questo caso la prassi prevede che si facciano analisi del sangue, radiografia al torace e tac alla testa. Per farla breve siamo stati al pronto soccorso dalle 11.50 alle 17.30, Alla fine mi dicono i medici, “ma sua madre ha una spalla che le fa male” sì ma ce l’ha da sempre – rispondo – “ma anche il bacino lo muove male” – il pensiero che una ottantaseienne possa deambulare peggio del solito perchè è stata bloccata per ore su una barella è una idea che non passa per il cervello di nessuno, “dovrebbe fare una radiografia anche lì, ma dovremmo ricoverarla, rifiuta il ricovero?”. E certo che lo rifiuto, sei ore qui ci sono bastate, ma io mi aspettavo che faceste osservazioni sullo specifico per cui siamo qui, ha un’ematoma vicino all’occhio “infatti dovrebbe fare anche una tac massicciofacciale ma se rifiutate il ricovero…”. Ma perchè non farla subito? “Perchè il medico che ha fatto il primo soccorso non la ha ritenuta necessaria”. Ma allora se non la ha ritenuta necessaria perchè ricoverarla per fargliela fare? La realtà è che invece di fare una inutile tac alla testa e al torace avrebbero dovuto fare solo la tac massillofacciale perchè la parte lesa è proprio quella. Mi hanno anche fatto firmare un verbale di pronto soccorso che dice che ho rifiutato il ricovero e gli esami di cui sopra, cosicchè se la situazione di mia madre dovesse malauguratamente peggiorare possono sempre dimostrare che ho rifiutato un ricovero. “Ah lei è giornalista, allora se fa un articolo su di noi parli delle difficili condizioni in cui siamo costretti a operare”. Certo ma parliamo anche delle difficili condizioni nelle quali si trovano i pazienti. Non credo che mia madre ne abbia guadagnato in salute, una donna di 86 anni che non può andare in bagno perchè bloccata su una barella (dopo due ore ho portato io stesso la barella di mia iniziativa in uno studio medico dell’ospedale per farle adoperare i servizi igienici), che non può fare la sua terapia di routine e che salta un pasto sicuramente non ha migliorato il suo stato di salute. Assurdo che non si medichi subito la parte lesa “non era necessario, avrebbe peggiorato le cose”, vabbè ma almeno un disinfettante, invece nemmeno quello, solo prima di andarcene, dopo sei ore, quando oramai se l’infezione c’era davvero aveva avuto tutto il tempo di diffondersi, hanno messo un po’ di disinfettante, per fortuna un po’ di disinfettante lo avevamo messo prima di recarci all’ospedale. Mai più pronto soccorso, meglio chiamare una guardia medica (pure quelle a pagamento), perchè pure se si aspetta un paio di ore la visita si risolve sempre prima che con l’ospedale.

Raimondo E. Casaceli

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