Cultura

Una vera e propria inchiesta sul mondo sommerso del deep web, quella di Livio Varriale, autore del libro dal titolo “La prigione dell’umanità”

E’ una vera e propria inchiesta sul mondo sommerso del deep web, quella di Livio Varriale, giornalista ed esperto di comunicazione web, autore del libro dal titolo “La prigione dell’umanità” edito da Minerva. Un libro intenso, una guida, per esperti e non, alla scoperta del lato oscuro della rete.Il deep web è, come spiega Varriale, una parte di internet “sommersa” ovvero non indicizzata dai comuni motori di ricerca, ma da cui si può accedere attraverso software dedicati, come Tor – The Onion Router. All’interno del deep web, “luogo” in cui si possono trovare anche tanti servizi o siti leciti, vi è una sottosezione definita “Dark Web”, quella senza dubbio più particolare. Un fogna, come la definisce l’autore, in cui in cui si può trovare di tutto.Il tema del libro è anche un altro, in realtà. “Varriale non si limita a descrivere, da buon cronista, una realtà di fatto – spiega Michele Cutolo, presidente di MCL Napoli – Ma propone una riflessione, ad ampio raggio, giuridica, etica e sociale, lanciando un allarme serio sui pericolo del web, anche quello non sommerso.”Siamo in gabbia, controllati, schedati. Social network ed app tracciano ricerche, acquisiscono dati, vendono informazioni, manipolano ed indirizzano le nostre vite virtuali, e forse anche quelle reali.Il libro verrà presentato il 23 febbraio alle 16.30 dal Movimento Cristiano Lavoratori, presiduto da Michele Cutolo, presso la Casa del Pellegrino a Pompei. L’incontro, moderato da Rosanna Borzillo, giornalista di Avvenire vedrà la partecipazione di Pino Blasi, presidente UCSI, Gianfranco Wurzburger, presidente della Gioventù Cattolica, Ivan Licino, Direttore Pastorale Giovanile Diocesi di Pompei, Giuseppe Cantisano, capo Ispettorato Nazionale del lavoro di Napoli, ed Aldo Bova, presidente del Forum sociosanitario cristiano.

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