E’ il 20 Maggio 1987. Al San Paolo si gioca Napoli-Fiorentina, alla squadra azzurra basta un punto per compiere l’impresa. Al 29’ il sogno è vicino, Carnevale porta il Napoli in vantaggio fino allo scoccare della prima frazione di gioco quando un signore di nome Roberto Baggio pareggia su punizione.
Ma il punteggio resta invariato. Ed alle 17.47 il Napoli e Napoli vincono lo scudetto. Festa incredibile, città in delirio.
L’appuntamento fu poi fissato a tre anni dopo, nel 90’ quando la banda di Maradona regolò all’ultima di campionato la Lazio imponendosi al 7’ per 1-0. La città assume di nuovo il colore del cielo. E’ il secondo riscatto per i Napoletani.
Tra leggenda e sogno: Napoli ed è giusto citare un proverbio. Non c’è due senza . . .?
Quanti anni sono passati?
Stasera a Verona inizia un nuovo cammino. Lo inizia una grande squadra. Lo inizia quel ragazzino che arrivò da Brescia con i capelli sbarazzini ed il fare timido che è riuscito a trasformare il 17 in un numero fortunato a Napoli. Lo inizia un uomo che sta esprimendo a detta di molti,il calcio più bello d’Europa. Lo inizia un falso nueve, anche se l’unica cosa falsa è chiamarlo così. Lo inizia un figlio di Napoli, Lorenzo, che ha raggiunto una maturità calcistica impressionante. Lo inizia una squadra di campioni. Lo inizia un pubblico meraviglioso che avvolge la squadra in un velo di carica e passione, che smuove sismografi e fa tremare le gambe.
Stasera a Verona si ricomincia, sognando quell’esplosione di gioia a Maggio.
Sognando che quel papà farà indossare la maglia di Insigne al proprio figlio portandolo sulle spalle a Mergellina. Sognando che quel ragazzo bacerà la propria morosa al triplice fischio. Sognando che quella madre piangerà di gioia vedendo il figlio emozionarsi per un Napoli campione.
Non basta più la stima dell’Europa intera, adesso tocca al Napoli.
I proverbi vanno rispettati, mai come quest’anno “Non c’è due, senza . . .”. Non c’è scritto “tre”, ma l’avete pronunciato lo stesso perché lo spera ogni tifoso.
Napoli, torna campione.
