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VITTORIA AGLI AUSTRALIAN OPEN PER ROGER FEDERER, UN CAMPIONE SENZA ETA’. TU CHIAMALE SE VUOI…EMOZIONI

La missione e’ stata compiuta,  la lunga attesa e’ finita, la favola ha avuto un lieto fine.  Roger Federer  campione immenso e talento puro del tennis Mondiale dato un po’ frettolosamente in declino,  ha finalmente vinto L’Australian Open, torneo dello Slam tra i piu’ importanti del circuito tennistico, firmando un’ autentica impresa sportiva a 35 anni suonati.  Questa vittoria parliamoci chiaro la volevano tutti, dagli addetti ai lavori al pubblico fino alla grande forza centrifuga della macchina del business, cioe’  gli stakeholder piu’ importanti per dare nuova linfa a questo tennis moderno che onestamente, con i nuovi interpreti attuali (vedi Djokovic), ci priva della vera essenza di questo sport, cioe’ emozioni, colpi impossibili ed empatia nel bene e nel male con il pubblico. Perche’ Roger Federer e’ tutto questo, semplicemente poesia a colpi di violino, un Mozart che tocca linee impossibili, trasformando l’ordinario in qualcosa di meraviglioso; solo chi non l’ha visto giocare nemmeno una volta potrebbe dire il contrario, ha segnato un’ epoca nel Tennis, probabilmente il piu’ forte giocatore della Storia con i suoi 20 e passa titoli dello Slam, ineguagliabile. Come un gran ballo finale che si rispetti, alla festa Australiana non poteva mancare il suo piu’ agguerrito rivale di sempre, lo spagnolo Rafa Nadal  completamente agli antipodi come gioco e versalita’, ma anch’egli un gran signore del Tennis  con i suoi 14 Titoli dello Slam che ha perso una meravigliosa battaglia al 5 set finale, dimostrandosi degno di partecipare ad un evento che verra’ ricordato negli annali del Tennis Mondiale. Probabilmente questa giornata sara’ ricordata anche con tanta amarcord, segnata  da un campione che con le sue quasi 36 primavere( un vero record per il tennis mondiale) non voleva concludere un film gia’ bello, ma  finirlo a suo piacimento, da leggenda. Che dire, uno storytelling da raccontare ai propri figli, un atleta che ha saputo veleggiare e confrontarsi con campioni di due epoche completamente diverse, dai Sampras e Agassi fino a Djokovic, in un tennis che con il tempo e’ profondamente cambiato, un po’ appassito dove se non sei un super atleta non riesci ad emergere pur con il talento che il buon Dio Divino ti ha concesso in natura.  La partecipazione del pubblico per questa finale, (letteralmente impazzito),dovrebbe far riflettere la macchina organizzativa dello sport e il carrozzone mediatico come appunto il Tennis, ma anche la Formula 1, il Calcio, il Motociclismo alla luce dei cali d’ascolto degli ultimi anni, mettendo in luce un chiaro segnale di sfiducia, di disinteresse e di insofferenza del prodotto  verso degli interpreti  attuali che pensano piu’ a ricevere facili guadagni derivanti da sponsor, con disarmanti interviste pilotate e comportamenti stereotipati che a fornire emozioni, classe, coinvolgimento agli spettatori che lo chiedono da un pezzo…

 

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