Cultura

24 Maggio: cent’anni fa l’ingresso in guerra dell’Italia

Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio / dei primi fanti il 24 maggio

Il verso che qui abbiamo riportato è quello iniziale della cosiddetta canzone del Piave, una delle più celebri canzoni patriottiche italiane, per breve tempo anche inno nazionale del nostro Paese. Il fiume viene chiamato in causa in quanto una delle principali linee strategiche nel conflitto tra italiani e austriaci. Il 24 maggio è la data che segna l’entrata in guerra dell’Italia.

Era il 23 maggio 1915 quando il nostro governò, allora ancora monarchico, dopo una iniziale fase di non belligeranza e un inaspettato voltafaccia, dichiarò guerra all’Austria-Ungheria. Il giorno dopo, l’Italia era ufficialmente entrata come parte attiva nella Prima guerra mondiale. Un conflitto che sarebbe costato soltanto al nostro popolo 650.000 vittime tra i militari e altre 600.000 tra i civili, con cause che vanno dai bombardamenti alla malnutrizione ad altre avversità causate dalla guerra, per un totale di oltre 25.000.000 di caduti su tutti i fronti, anche all’estero. In realtà, la Grande guerra sarebbe stata ridenominata mondiale per la partecipazione, diretta e indiretta, di quasi tutti i continenti, ma il teatro delle operazioni belliche fu soprattutto l’Europa.

La canzone ricorda le truppe italiane in marcia verso il fronte, da cui il nemico non sarebbe passato. La storia (e la canzone stessa lo ricorda più avanti) ci insegna che in realtà lo straniero passò eccome, a conferma che quell’iniziale atteggiamento speranzoso e di fiducia in un esito indolore e positivo della guerra si infranse ben presto contro le atrocità, l’impreparazione generale, l’orrore di una tragedia che non era stata prevista, né da noi, né altrove; perché, allo scoppio del conflitto, era opinione diffusa in tutto l’Occidente che sarebbero bastati pochi mesi a risolvere le ostilità.

Come nel mese di gennaio il Giorno della Memoria ci ricorda delle vittime dell’Olocausto riportandoci ai tempi della Seconda guerra mondiale, oggi, 24 maggio 2015, l’Italia si ferma simbolicamente alle ore 15, com’è annunciato sul sito del Governo: «Un Silenzio scandito con una salva d’onore sparata da una squadra di militari in armi presso i monumenti ai caduti di 24 città, in tutte le Regioni, mentre a Roma il colpo partirà dal cannone del Gianicolo. Ai piedi di questi come di altri mausolei sparsi sul territorio nazionale – su proposta del Ministero della Difesa e del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca – gli studenti delle scuole primarie porteranno come omaggio alle vittime una stella alpina realizzata con la carta, simbolo della Grande Guerra combattuta tra le montagne».

Anche lo sport si fermerà per un attimo, con i calciatori e gli arbitri della Serie A che scenderanno in campo indossando una maglia con la scritta “RICORDA”, composta con i versi delle poesie di Ungaretti. Ma non è tutto qui: numerosissimi comuni italiani, già da diversi giorni, da Trento a Salerno, da Varese a Campobasso, si sono uniti allo “spirito di commemorazione” con conferenze, concerti, mostre fotografiche e spettacoli, per non dimenticare un pezzo così amaro della nostra storia, della Storia di tutti. Tante piccole iniziative tutte pregne di significato e di importanza, perché conoscere il nostro passato non serve soltanto a chi è ancora tra i banchi di scuola, anzi. Come disse George Santayana, filosofo spagnolo del secolo scorso, «coloro che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo».

 

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