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Rom: la scuola è la chiave

Centoquaranta mila sono i Rom presenti sul territorio italiano, è questa la stima della Commissione Europea per il 2014. I Rom sono anche la minoranza più numerosa in Europa e soprattutto la più discriminata, a causa dell’associazione che spesso viene fatta tra i Rom ed eventi di cronaca spiacevoli. La Comunità di Sant’Egidio ha iniziato ieri la celebrazione della Giornata Internazionale dei Rom con una conferenza stampa tenutasi a Napoli nella Chiesa San Pietro Martire. Un incontro in cui alcuni esponenti della Comunità hanno riportato alla stampa i risultati positivi delle diverse iniziative volte all’inserimento dei Rom nella società.

Secondo l’Unione Europea ci sono quattro direttrici lungo le quali deve muovere il processo di integrazione della popolazione Rom: occupazione, alloggio, assistenza sanitaria e accesso all’istruzione. L’istruzione e l’assistenza sanitaria sono i punti su cui la Comunità di Sant’Egidio ha canalizzato il suo impegno e sono quelli che presentano i dati più disarmanti, secondo un’indagine dell’UE, solo il 42% dei bambini Rom finirebbe la scuola primaria e il 10% frequenterebbe la scuola secondaria.

“Diritto alla scuola, diritto al futuro”, è il programma della Comunità di Sant’Egidio, che si svolge nelle città di Roma, Napoli e Milano per aiutare i bambini Rom a frequentare la scuola perché l’integrazione secondo questo modello, deve passare attraverso la scuola. Grazie a questo programma, infatti, sono erogate delle borse di studio agli alunni Rom meritevoli, per favorirne la loro frequenza scolastica; nell’anno 2013-2014 in Italia sono state date 196 borse di studio. Il programma è stato reso possibile grazie al generoso aiuto di alcune aziende private per Roma: Migrantes, Fondazione Mediolanum, Fondazione Castellini; per Napoli, Banca Intesa San Paolo, Istituto Banco di Napoli, Fondazione, Banca di Credito Popolare, a Milano invece i donatori sono stati tutti singoli privati. Daniela Pompei, Responsabile della Comunità di Sant’Egidio, presente alla conferenza, ha detto: “Quando si celebra una giornata di festa, come quella di ieri, è bello poter dare belle notizie, sta avvenendo un piccolo miracolo, attraverso la scuola s’iniziano a creare delle relazioni”.

Nella conferenza, dove c’erano anche alcune famiglie Rom beneficiare della borsa di studio, si è voluto parlare di storie positive, allegre e a lieto fine. Salvatore Esposito, uno dei relatori ha raccontato come dal lontano 2003, quando visitò il suo primo campo Rom, le cose siano cambiate, giorno dopo giorno il suo intervento nei vari campi come quello di altri è diventato sempre più assiduo, fino a ottenere i primi risultati: visite mediche, odontoiatriche, ginecologiche. Ha concluso il suo intervento parlando di Mariano, un bimbo Rom che il primo giorno di scuola, quando alcuni volontari sono andati a prenderlo al campo per accompagnarlo ha gridato con enorme stupore: “E’vero, è vero”. Stefano Pasta, della Comunità di Sant’Egidio di Milano, anche lui presente, invece ha parlato dell’esperienza d’integrazione di alcuni bambini nella capitale lombarda, ha rivissuto i primi momenti e le prime difficoltà, ma anche la gioia di quando una mamma Rom con stupore gli raccontò che suo figlio era stato invitato a una festa di un compagno, una cosa scontata per molti, ma che per lei in quel momento rappresentava un’immensa gioia. Poi è intervenuto Sandro Palmieri, rappresentante dell’Onlus Sport Senza Frontiere, che ha spiegato come lo sport possa essere un ottimo mezzo per favorire l’integrazione di minoranze, quest’Onlus, infatti, offre la possibilità a bambini disagiati di praticare attività sportive e inserirsi così in dinamiche di squadra. “Partire dai bambini è una strategia, abbiamo riscontrato in loro il desiderio d’inclusione e anche lo sport come la scuola ha questo valore d’integrazione”, queste sono state le parole di Palmieri.

La Comunità di Sant’Egidio negli ultimi anni si è battuta per l’integrazione dei Rom nella società, si è resa protagonista d’innumerevoli iniziative per promuovere il loro inserimento, oltre al progetto per la scuola, è riuscita a organizzare anche alcune strutture ambulatoriali per dare loro l’assistenza medica necessaria. Il lavoro da fare, però, è ancora lungo, la maggior parte dell’opinione pubblica è molto scettica riguardo all’inserimento di questo popolo nella nostra società. Antonio Mattone, portavoce della Comunità di Sant’Egidio in Campania, alla domanda su quali fossero le loro iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica ha risposto: “Chiaramente esistono ancora generalizzazioni per cui i rom sono visti da molti come ladri, le nostre iniziative sono tante, grazie a questa conferenza per esempio abbiamo reso pubblici gli ottimi risultati raggiunti in questi anni, la nostra Comunità è molto attenta a questo tema, andiamo nelle scuole per sensibilizzare i bambini, organizziamo eventi, sono anche stati scritti libri sull’argomento, siamo fiduciosi che con il tempo la maggior parte delle persone si apra alla conoscenza del popolo Rom”.

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