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Omicidio di Luca Sacchi, interrogati due sospetti: spunta la pista della droga. Alfonso Sacchi: “Mi auguro che lo prendano. Ma Luca chi me lo ridà indietro?”

Le forze dell’ordine hanno fermato nella notte due persone sospettate di essere responsabili dell’omicidio di Luca Sacchi, morto in ospedale a Roma giovedì dopo un’aggressione fuori da un pub. I due, romani, 20 e 21 anni, sono sotto interrogatorio in questura. Secondo gli inquirenti potrebbe non esserci solo la rapina dietro l’uccisione di Luca. In un primo momento era sembrato che l’omicidio fosse legato alla reazione del giovane a due rapinatori, che avevano tentato di sottrarre lo zaino alla sua fidanzata ma ora, secondo quanto dicono gli inquirenti, emergono nuovi dettagli: dietro l’omicidio potrebbe esserci ben altro. Gli investigatori definiscono infatti la rapina “anomala” e dicono che potrebbe trattarsi di una questione legata al mondo della droga.

Uno dei due sospetti è stato rintracciato a casa sua, l’altro in hotel. E sembra che a denunciare uno dei due siano stati i genitori. “Luca non era il tipo che cercava guai. Ma non sopportava le ingiustizie. Voleva difendere la sua ragazza quando ha visto che quei balordi che l’hanno rapinata le hanno fatto male”. Il padre di Luca Sacchi, il 24enne ucciso da un colpo di pistola alla testa mercoledì sera a Roma, parla del figlio perduto poche ore dopo la sua morte, nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale San Giovanni.

Ancora fatica a credere di aver perso il suo Luca e alla “Stampa” racconta quel ragazzo che non c’è più dopo aver sperato con tutto se stesso che ce la facesse. “Ha il cuore forte di un giovane atleta, mi avevano detto i medici – afferma -, ma mi avevano spiegato che la sua vita era appesa a un filo. Io però mi ero illuso, speravo che ce la facesse”. E dopo la disperazione, la rabbia. “Ma perché gli hanno sparato? Ladri, farabutti, delinquenti. Me l’hanno ammazzato, me l’hanno ucciso sotto gli occhi della sua fidanzata. Stavano insieme da quasi cinque anni, lui e Anastasia erano molto uniti”.  

Proprio per Anastasia, per difenderla, lui è intervenuto. “Ha reagito probabilmente perché aveva visto che le avevano fatto male. Non sopportava le ingiustizie. Era un pezzo di pane, buono e generoso. Era molto forte, perché era un personal trainer ed era molto allenato, oltre che dalla palestra anche dalle arti marziali.” -Dell’ipotesi che Luca avesse qualche nemico il padre è certo che no, “non credo proprio. Era alto e muscoloso, ma aveva il cuore tenero. Non era certo il tipo che andava in cerca di guai, anzi ne stava alla larga”.

Alfonso Sacchi ricorda poi che Luca era andato in quel pub quella sera “per salutare il fratello, Federico, il mio figlio minore che ha 19 anni. Per un soffio non ha assistito anche lui all’omicidio.Dopo lo sparo è corso fuori e ha visto suo fratello in una pozza di sangue”. L’assassino si era già volatilizzato. “Mi auguro che lo prendano. Ma Luca chi me lo ridà indietro?”.

 

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