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Perseverance atterra su Marte

Dopo aver percorso 470 milioni di chilometri, il rover della NASA è finalmente atterrato sul pianeta.

Poco prima delle 22 di ieri 18 febbraio, il rover Perseverance della NASA ha raggiunto il pianeta Marte, dopo avere viaggiato per 203 giorni e aver così portato a termine un’importante missione, iniziata la scorsa estate. Il rover, grande più o meno quanto un SUV, ha effettuato una manovra piuttosto complessa per raggiungere la superficie marziana. Nei prossimi anni, Perseverance sarà utile per dare finalmente una risposta alla domanda delle domande: c’è mai stata vita su Marte? 

Tra le tante cose che si possono fare nel nostro sistema solare, compiere un atterraggio su Marte è una delle più complicate. L’atmosfera marziana è più rarefatta di quella terrestre e di conseguenza un oggetto che l’attraversa non rallenta molto. Il tempo per effettuare l’ingresso nell’atmosfera, la discesa e l’atterraggio è relativamente poco. In quei “sette minuti di terrore”, come li definisce la NASA, Perseverance ha dovuto fare tutto da solo, con i suoi sistemi di bordo e senza la possibilità di interventi dal centro di controllo.

In quasi sette mesi di viaggio interplanetario, Perseverance era tutelato da un  grande involucro, dalla forma simile a quella di una campana, chiuso nella parte inferiore da uno scudo termico, per disperdere il calore durante il difficile atterraggio sul pianeta Marte. Trascorsi quattro minuti dall’inizio dell’attraversamento degli strati atmosferici più alti, Perseverance ha raggiunto una velocità di 1.600 chilometri orari e ha dovuto per forza rallentare, per evitare di schiantarsi al suolo. Lo ha fatto aprendo un grande paracadute mentre era ad un’altitudine di 11mila metri. Una volta aperto il paracadute, lo scudo termico si è sganciato e la parte inferiore del rover è stata esposta per la prima volta all’ambiente marziano. A poco più di un minuto dall’atterraggio, anche la parte superiore dell’involucro si è separata dal resto di Perseverance, ed è iniziata la parte più “particolare” della missione.

Il rover è stato infatti calato al suolo da un argano agganciato sulla sua sommità: ha attivato i propri retrorazzi per stabilizzare la discesa e ha poi fatto calare Perseverance nel modo più delicato possibile: un po’ come vedere una marionetta mossa dal suo marionettista. Alla fine, l’argano si è sganciato dal mezzo e ha sfruttato i retrorazzi per allontanarsi il più possibile dal punto di contatto con il suolo del rover, così da evitare danni. Tutto questo è avvenuto automaticamente, e il rover è finalmente atterrato su Marte alle 21:44, ora italiana. Il pianeta è però lontanissimo da noi e solo dopo 12 minuti si è avuta la conferma che tutto fosse andato secondo i piani. Perseverance aveva inviato un segnale, iniziata la discesa sul pianeta, ma per quando era stato ricevuto il rover, aveva già terminato i suoi “sette minuti di terrore” ed era da cinque minuti sul suolo marziano. Nelle prossime ore, i suoi strumenti invieranno riprese dell’atterraggio, con immagini mai viste prima.

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